lunedì 8 ottobre 2018

Galati 1,6-12 e Luca 10,25-37
... Sia anatema!

"Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo! Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo."
La fedeltà al Vangelo, non è sufficiente per Paolo per giustificare la propria adesione a quelle Parola, "sine glossa". Paolo va oltre e ci confida che le Parole del Vangelo (la buona notizia della salvezza) Lui, non le ha imparate da un apostolo, o da un discepolo del Signore, ma le ha ricevute, come rivelazione di Gesù, cioè del "Kerigma" ne ha esperienza diretta. È questa sua radicalità che gli permette di non deviare nel quotidiano  nel congiungere vita e Vangelo.
Questo è un monito anche per noi, per il nostro tempo. Noi i discepoli del Signore in questo momento storico, non possiamo assecondare il Vangelo della salvezza alle manipolazioni umane e politiche. Oggi più che mai urge prendersi cura dei fratelli ai margini del mondo, nel modo in cui il Vangelo indica di fare: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”.
Questa indicazione non è una esortazione, perché da questo modo di vivere il presente consegue la possibilità di vivere in eterno: "... fa’ questo e vivrai!"

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