martedì 16 ottobre 2018

Galati 5,1-6 e Luca 11,37-41
La fatica e il gusto della libertà ...

La schiavitù della Legge come quella vissuta dai Farisei, è tremenda perché non permette a nessuno di maturare il gusto della libertà come conquista umana. Gesù spezza il giogo degli obblighi e prospetta l'elemosina, cioè la carità come espressione della libertà che deriva dalla fede in Lui (confronta Lc 11,37-41).
Il Vangelo di Gesù Cristo - ovvero che è Gesù Cristo - è quotidianamente una provocazione per ciascun discepolo, affinché gusti il sapore della libertà come progresso della natura umana spirituale, e non come obbligo religioso.
L'obbedienza all'obbligo religioso è una libertà camuffata, essa non vince il peccato che si annida nel nostro cuore, nelle nostre abitudini, nelle pieghe delle nostre fragilità. Paolo, ai Galati, parlando della libertà, rivela la libertà come dono di Cristo affinché la libertà sia stile della nostra vita. Paolo traccia il cammino di libertà come cammino spirituale nella fede: la libertà come stile di vita si dispiega nella misura in cui attratti dal desiderio di amare, apriamo noi stessi alla fede nel Signore che per amore, liberamente ci ha amati. Questa libertà - dono spirituale - vale ben più di ogni obbligo o esortazione morale, ma è un progresso umano (della nostra natura umana) attraverso lo Spirito. La libertà non è una conquista della razionalità, ma è progresso spirituale e gusto della libertà che è da e di Dio.

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