lunedì 15 ottobre 2018

Galati 4,22-5,1 e Luca 11,29-32
Cristo ci ha liberati per la libertà!


La libertà è parte inscindibile dell'essere cristiano. L'appartenenza a Cristo, porta con sè "il giogo" della liberazione dal male, dal peccato e dalla morte. Un concetto che va oltre il valore rivoluzionario e illuminista di libertà intesa come autodeterminazione e soprattutto affermazione della propria identità ed esclusività non assoggettabile a nessuno. Cristo ci ha affrancati, liberati dal peccato, questo fatto aggiunge al concetto di libertà una condizione nuova, la vittoria sul male che è origine di ogni schiavitù.
Infatti cosa ce ne facciamo della nostra autodeterminazione quando scegliamo liberamente il male e il peccato? È solo un esercitare una libertà morale, ma in realtà siamo ancora schiavi di quel peccato che ci condiziona e ci lega a sé.
La libertà per un discepolo è un dono che si rinnova, costantemente come amore che Gesù riversa per me nella mia esistenza, un amore che ogni volta che è riconosciuto è anche causa della mia vittoria sul mare e sul peccato, ed è anche espressione piena di libertà.
Per essere liberi come cristiani non basta affermare l'autonomia di se stessi, ma è necessario esprimere l'accoglienza del dono della libertà, che determina il vivere con libertà, cioè liberati dal male, dal peccato e dalla morte.
Confrontandoci con la prima lettura di oggi: il figlio della schiava è posseduto e determinato da Abramo; il figlio della libera è un dono di grazia. La libertà è vivere a partire dal dono di grazia.

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