venerdì 12 ottobre 2018

Galati 3,7-14 e Luca 11,15-26
Lottare col demonio

Se Papa Francesco chiede di pregare per la Chiesa, affidandola alla protezione di Maria e dell'Arcangelo Michele, subito un certo senso di anacronismo si accende nei nostri ragionamenti ... Il nostro approccio razionalista, illuminato, mette in evidenza la distanza da questo modo di percepire la relazione tra realtà ed eternità, tra immanenza e trascendenza. Eppure proprio dai Vangeli conosciamo come per Gesù stesso, il divisore, satana, il principe della menzogna, agisce per maledire l'uomo e trasformare la fede in Dio - il padre che ci ama - nel l'angoscia e desolazione dell'abbandono, la negazione dell'amore. Che cosa è il male in noi? Le azioni morali cattive? La perversione rispetto alla verità e all'amare? La spietatezza della legge? Si, il male è anche tutto questo, noi lo percepiamo come qualcosa di grande, superiore spesso alle nostre forze e dal quale ci sentiamo predati. "Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima". Di fronte all'esperienza del male, all'azione del demonio, la Chiesa resiste e lotta - "le forze degli inferi non prevarranno contro di essa" - la lotta al male in noi e attorno a noi fa parte dell'esperienza della fede. La preghiera è lo spazio della lotta, la conversione del cuore è conquista a Dio della propria esistenza (progressione dell'uomo forte). È in questa "lotta" che prendiamo coscienza della natura del male, del demonio: essa non è solo morale, ma è capace di procurare la dannazione eterna, cioè distruggere l'esperienza dell'amore disilludendoci della salvezza.

Nessun commento:

Posta un commento