giovedì 11 ottobre 2018

Galati 3,1-5 e Luca 11,5-13
La forza della stoltezza ...

Le parole accorate di Paolo ai Galati, risuonano come un grido attuale, ai nostri orecchi?
Infatti, la nostra, sembra proprio essere una esperienza cristiana stordita e condizionata dalla "carne", come se tutto venisse configurato umanamente, privati di quell'orientamento che deriva dalla luce della fede, che è presenza straordinaria del mistero, il quale deve trovare nella "carne" lo spazio della propria rivelazione, e non della limitazione. Come può un cristiano custodire sé stesso se si priva del dono dello Spirito e della parola della fede, unici capaci di rappresentarci al vivo Cristo Crocifisso?
Non abbiamo più questa immagine spirituale e reale, viva e concreta nei nostri occhi; il Cristo crocifisso, non esprime più il riscatto dal male e dalla morte; non rappresenta più il segno di un amore umano e divino insieme reso eterno nel dono totale di sé; non suscita in noi il desiderio di emulare la vita del Signore nella nostra stessa vita.
Ma che cosa sta succedendo ai credenti post-cristiani?
Succede che hanno smarrito il desiderio di pregare, di custodire lo spazio in cui chiedere e in cui ricevere i pani dell'insistenza (confronta il Vangelo di Luca 11,5-13).

Nessun commento:

Posta un commento