mercoledì 24 ottobre 2018

Efesini 3,1-12 e Luca 12,39-48
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto ...

E' con meraviglia che questa mattina sto in ascolto della Parola. La meraviglia di chi ricordando venti anni di consacrazione Sacerdotale, nella casualità del Lezionario feriale; nella liturgia della parola del giorno affidata alla Chiesa, riconosce la tenerezza del Signore. La sua presenza è vicinanza, una parola di consolazione e di pienezza per la vita: "A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più". È tutto questo come espressione di un amore immenso di Dio, non per una rivendicazione, ma per il dono gratuito di poter partecipare al suo progetto, quello che si realizza "in Cristo Gesù nostro Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui".
Paolo, ha ricevuto un dono talmente bello (l'intima amicizia del Signore) che è causa della sua conversione, cioè causa della consacrazione della sua vita e del suo amore a Cristo: "A me, che sono l’ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia".  Ma come per Paolo, questa grazia in modo personale e diversa è data per ciascuno di noi, perché nessuno possa lamentarsi della "conoscenza del mistero di Cristo!", ma ne possa gioire con gratitudine! Stiamo quindi nella veglia del Signore! La nostra vita nel tempo passa essere sempre una invocazione di attesa della sua presenza, per essere degni di poter operare, il più possibile, come "l’amministratore fidato e prudente".
Ho ricevuto molto - in tutto ciò che riconosco gratuitamente dalla Sua bontà - il molto che mi sarà chiesto è il minimo che posso sperare per essere del Signore! Maranata, vieni Signore Gesù!

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