venerdì 5 ottobre 2018

Giobbe 38,1.12-21;40,3-5 e Luca 10,13-16
Chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato ...

Anche ai nostri giorni, nello scandalo e nella fragilità tutta umana della Chiesa, il Vangelo del regno dei cieli viene annunciato con le parole e con la vita. Ci sembra tutto inadeguato; eppure Gesù, le sue parole, raggiungono l'uomo di oggi proprio attraverso la Chiesa ferita e umiliata. Più che mai dobbiamo riconoscere "il tesoro prezioso, in vasi di argilla". La conversione di mentalità e di stili di vita che da più parti si invoca per la Chiesa, oggi prende forza a partire dalla parola del Signore che non può essere disprezzata da chi è Chiesa; prende forza dai segni dei sacramenti che non possono essere rinnegati. Nonostante tutto la verità passa e raggiunge l'uomo in quella parola e quei segni; per questo nella "Chiesa" dobbiamo ridare priorità all'accoglienza del Signore nella parola e nei sacramenti.
Cosa significa realmente conversione? " ... Da tempo si sarebbero convertite ..."
Non è forse accoglie Gesù, affinché sia una presenza vera e autentica, una presenza che rende la vita una esperienza animata dalla fede in lui. La fede non è questione di conoscenza, ma di accoglienza di un mistero, è vicinanza a Dio: un contagio per la sua prossimità.

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