sabato 6 ottobre 2018

Giobbe 42,1-16 e Luca 10,17-24
Piccoli si, ma beati, non ignoranti!

Questa mattina alle 7 per la recita delle Lodi eravamo in tre, dopo la lettura della liturgia della Parola del giorno, c'è chi mi si avvicina e mi dice: "per me è una patacca, centoquarant'anni ... ma se non c'erano neppure i dottori ..."
Santa ignoranza, da un lato, ma anche quale sofferenza nel costatare come la fede di molti si fonda su una tradizione, senza domande e senza interessi, senza alcuna formazione ... questa è la condizione della maggioranza dei battezzati. Certo la fede non si esprime a partire calla conoscenza dell'esegesi o della definizione teologica, però tutto questo porta a una fede matura! A rendere consapevoli della beatitudine di vedere attraverso una fede forte, il volto del Signore; quella stessa beatitudine dei discepoli che non fu dei re e dei profeti.
A noi, nuovo popolo di Dio, è affidato il tesoro che ci porta a vedere il volto santo del Cristo e ad ascoltare la voce di Dio, che è la sua Parola testimoniata nella nostra vita ... Un tesoro che sempre va agito, mai sotterrato dalla pochezza della nostra esistenza compensata nei suoi bisogni primari (bisogni fisiologici; bisogno di appartenenza; bisogno di stima ...).
Vivere questa beatitudine, non significa essere superbi o sentirsi superiori, la beatitudine esprime la gioia di chi intuisce il mistero e pone ogni attenzione ad accostarvisi. È la gioia, la felicità di chi sente prossima, e già pregusta la meta.

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