martedì 19 marzo 2019

2 Samuele 7,4-5.12-14.16 / Salmo 88 / Romani 4,13.16-18.22 / Matteo 1,16.18-21.24
Solennità di San Giuseppe
... Padre nostro ...

Per la sua fede Giuseppe è padre di tutti noi, non solo Abramo (Romani 4,18-22) - "Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi ..."
Le promesse fatte ai Padri, trovano in Giuseppe uno straordinario compimento. Ecco che occorre superare la "confezionatura" della devozione popolare, che per sentimento e prossimità fa di Giuseppe in protettore di svariate attività e situazioni della vita e della fede distogliendo il pensiero dalla straordinaria esperienza di paternità di cui lo sposo di Maria è stato protagonista.
La vocazione di Giuseppe è ben altro che essere padre adottivo di Gesù. Giuseppe è segno della paternità di Dio, di quella stessa paternità che di generazione in generazione passa di padre in figlio come benedizione di Yhwh, da Adamo, a Noè, ad Abramo, Isacco e Giacobbe ... per sempre.
La paternità di Giuseppe è lo spazio della sua partecipazione alla pienezza del tempo; é lo spazio in cui Giuseppe risponde attivamente al disegno di salvezza a cui Dio lo chiama. È lo spazio in cui Giuseppe si riveste della stessa paternità di Dio per ogni uomo, perché il figlio di Dio, che gli è affidato, è ogni uomo; e in ogni uomo batte un cuore di figlio di Dio. Credo che quando Gesù pregava il Padre, ogni giorno, abbia sentito la presenza premurosa e paterna di Giuseppe, e da quella paternità abbia tratto la dimensione umana di chi si sente figlio. Gesù ha imparato la paternità di Yhwh a partire dalla paternità di Giuseppe. Oggi impariamo dalla vicinanza premurosa di Giuseppe a riconoscere la paternità del Padre del cielo, come Padre misericordioso, cioè accanto; come padre di tenerezza e prossimità; come padre amorevole.

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