venerdì 8 marzo 2019

Isaia 58,1-9 e Matteo 9,14-15
E se oggi digiunassi?

"Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno" (dal Vangelo di oggi, Mt 9,14); "Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: Eccomi!" (Prima lettura di oggi, Isaia 58,9).
Nel risuonare della Parola accolgo l'invito al digiuno, e come avevo già detto il mercoledì delle ceneri: "...E il digiuno ... Ecco il digiuno non solo in questo giorno ... E perché non farlo tutte le settimane il digiuno, perché non digiunare spesso ... Forse dimagrirò troppo ... Non temere se il digiuno aumenterà la fame ... di Gesù risorto e di quel pane spezzato ... Viviamo dunque questa quaresima come evento per la purificazione del cuore, del nostro cuore e di quello di tutta la Chiesa, che penitente vuole "tornare" al Padre".
Allora il mio digiuno di oggi, è tempo di desiderio dello "Sposo" che è stato tolto, ma è proprio quella carenza che segna e accresce il desiderio di Lui, la fame di Lui. Ecco che il digiuno si trasforma in grazia. Non è una ritualità sterile, fatta di esteriorità e di precetti, così come dice Isaia: "Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari,
angariate tutti i vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso."
Ma il rinnovamento dello stile della vita, la purificazione del cuore è al centro del mio digiuno. Sarà la vicinanza con Gesù, la fame di lui, che produrrà, genererà proprio questa vita nuova. Digiunare sottraendoci alla chiacchiera e alla speculazione del parlare male, inutile; del parlare malevolo e svilente. Digiunare sottraendoci alla paura del condividere e dell'offrirci; digiunare per fare spazio alla accoglienza del "povero"."Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti?" Ecco che il digiuno investe la vita normale, non solo quella "religiosa"; il digiuno si radica nella quotidiana esperienza di vita, e nello stare, oggi, con Gesù. Oggi, l'ora di tempo che mi occupa il "mangiare", la occupo per pregare, per meditare, per fare un gesto di carità o di misericordia; ... questo mi cambia il cuore!

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