lunedì 4 marzo 2019

Siracide 17,20-28 e Marco 10,17-27
"... Chi è vivo e sano loda il Signore".

La moralità della vita è specchio del nostro cuore, dei nostri desideri. Noi agiamo in ragione del nostro cuore/mente.
Educare, cioè tirare fuori da dentro; prendersi cura, cioè fare attenzione e discernere; formare il cuore, cioè darvi forma ad immagine della Sapienza; tutto questo  rappresenta l'esperienza di una piena esistenza. Il Libro del Siracide, mette in evidenza come la Sapienza, l'intelligenza divina rivelata nella realtà creata, appartiene ed è custodita nel cuore dell'uomo. La Sapienza è la fonte della vera moralità. Questa Sapienza divina è l'origine della sapienza umana che riesce a fare della vita una lode al creatore e l'esperienza che manifesta della sua giustizia.
Come risuonano in noi espressioni come: "... A chi si pente Dio offre il ritorno, (...) Ritorna al Signore e abbandona il peccato, (...) Volgiti all’Altissimo e allontanati dall'ingiustizia, (...) E riconosci i giusti giudizi di Dio (...) Non perseverare nell’errore degli uomini iniqui; (...) E loderai Dio e ti glorierai della sua misericordia."
In realtà più che esortazioni sono indicazioni per un cammino di vita; esse indicano che esiste una realtà "altra" in cui esistere come lode e giustizia di Dio.
Una cosa sola ti manca ... Varcare la soglia: passare dalla Lode come parole e preghiere da ripetere alla Lode come espressione della nostra stessa esistenza "bella"; e la giustizia come la volontà di Dio, come concretezza della sua sapienza. "Chi se ne va triste", lo è perché quella soglia, richiede la libertà del cambiamento rispetto a "prima".

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