venerdì 15 marzo 2019

Ezechiele 18,21-28 e Matteo 5,20-26
Lo spazio del SE ...

Esiste uno spazio misterioso che a molti sembra una debolezza, ad alcuni una perdita di tempo, per altri ancora una occasione di conversione, ... ovvero lo spazio della propria conversione. É lo spazio del SE ... È lo spazio dell'ipotetico, dove ciò che è impossibile si rappresenta nella sua possibilità e dove ciascuno di noi impara a determinare sé stesso facendo discernimento (comprensione e azione) sul proprio presente in ragione passato e in funzione del futuro. La nostra conversione avviene infatti a patto di mettere in discussione la nostra autosufficienza; il nostro orgoglio di primeggiare (anche su noi stessi); la presunzione di non sbagliare mai ... Ecco che il profeta Ezechiele in modo provocatorio ci mette all'interno di un confronto: "Se il malvagio si allontana dai suoi peccati..."; "Se il giusto si allontana dalla sua giustizia ..."
Ebbene la conversione non è solo lo spazio dove bene e male si confrontano, e dove io scelgo e accolgo il bene come condizione della mia vita. La conversione di un discepolo di Gesù trova nel SE ... (Ipotetico), una ulteriore condizione, una nuova possibilità: superare il criterio personale per affidarsi a quello di Gesù. Scegliere Gesù come "maestro", significa infatti, adeguare se stessi al Suo insegnamento. Ecco perché la nostra conversione ha bisogno costantemente di essere rinnovata, perché non riusciamo mai a essere perseveranti nell'accogliere e nell'essere come il nostro maestro. Il SE non è debolezza, ma apre l'orizzonte di possibilità alle conseguenze del regno dei cieli; infatti SE la nostra giustizia, il nostro essere "buoni" sarà come quella del mondo, come quella degli scribi e farisei - che si limitano a obbedire alla legge - non entreremo nel regno dei cieli. Ma SE ci alleiamo con Gesù, scopriamo il nuovo del "ma io vi dico ..."https://youtu.be/FRrYRORosgo

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