mercoledì 13 marzo 2019

Giona 3,1-10 e Luca 11,29-32
Il segno del convertito

Ha detto Papa Francesco (10 ottobre 2017): "In quei giorni fu rivolta a Giona, una seconda volta, questa parola del Signore: Alzati, vai a Ninive e annuncia loro quanto ti dico" . Questa volta il profeta obbedì. E ... si vede che predicava bene, perché i niniviti hanno avuto paura, tanta paura e si sono convertiti.
Grazie al suo intervento, ha spiegato, "la forza della parola di Dio arrivò al loro cuore. E nonostante fosse una città molto peccatrice, i suoi abitanti hanno cambiato vita, hanno pregato, hanno fatto digiuno". Accade così che Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia ...
Nella condizione di peccato, di lontananza della grande città, Dio non poteva entrare nella vita dei niniviti. Giona divine per loro il segno efficace; egli mostra il desiderio di pace e la misericordia di Dio per ogni essere che è a Ninive; egli indica nella penitenza, nella preghiera e nel digiuno la strada del cambiamento del cuore; egli percorre - nel percorrere la città - lo stesso itinerario di conversione che propone, egli è segno anche per se stesso. Ed ecco che a Ninive, la grande città, il Signore riesce ad entrare ... tutti gli aprono la vita è fanno penitenza.
La nostra penitenza quaresimale assume una rilevanza non da poco. Essa è per noi cammino per la purificazione del cuore ed apertura della vita all'opera di Dio; ma è anche condizione e possibilità per la purificazione e apertura del cuore di tutta la Chiesa, specialmente in questo tempo in cui il peccato ne ha "sporcato il volto" e mostrato il tradimento verso l'uomo. Occorre recuperare il segno di Giona, come recupero del desiderio di Dio, del desiderio di essere nella sua volontà. Se noi stessi faremo penitenza, il nostro cuore e la nostra vita, insieme al cuore e alla vita della Chiesa si apriranno all'efficacia del "segno di Giona".

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