lunedì 18 marzo 2019

Daniele 9,4-10 e Luca 6,36-38
... A noi la vergogna sul volto!

La nostra vergogna sul volto è l'ipocrisia di un sorriso stampato che non corrisponde al Vangelo nella vita! Come sei duro oggi!
Si effettivamente sono un poco spietato, ma di quella determinazione che nasce da una esperienza personale. Infatti, quando un povero nella sua condizione di indigenza, di fragilità e di limite, incrocia la tua strada, è come un "accidente" (termine filosofico") che intatta con i tuoi progetti, i tuoi orari, i tuoi impegni.
Tu hai le tue cose, tutte programmate, ma lui, lui il povero vuole far colazione, quello è il suo obiettivo, l'obiettivo della giornata. E se riesco a defilarmi al primo "impatto" come faccio quando, poco dopo la richiesta della colazione si ripresenta con la stessa insistenza? Il Vangelo è chiaro, l'insistenza piega anche la durezza del giudice disonesto; forse occorre far risuonare in noi quel "date e vi sarà dato ... nella misura con cui misurate anche voi sarete misurati ..."
Quel povero non cambierà il suo atteggiamento rispetto alla vita, ma quel giorno avrà fatto colazione ... Il giorno dopo sarà ancora lì a chiedere a un altro di fare colazione ...
La nostra vergogna è l'ipocrisia del sorriso stampato, quando vuole coprire la povertà con l'indifferenza ... Con il passare oltre e guardare altrove ...
Quella povertà è una ferita che forse mai si rimarginerà ... 
ma una situazione il Vangelo la mette in evidenza: la quotidiana misericordia impedirà al povero di "maledirti" e di "maledire Dio" a causa della sua fragilità. Per cui, andiamo oltre il concetto di reciprocità, andiamo oltre il sorriso stampato sul volto, segno della nostra vergogna ... ma semplicemente esercitiamoci ad applicare alla vita la misericordia.

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