sabato 9 marzo 2019

Isaia 58,9-14 e Luca 5,27-32
Sono venuto a chiamare i peccatori ...

Chi sono i peccatori? Intende forse una formula generica per indicare Levi? Certamente l'evangelista Luca in questo spaccato vocazionale coinvolge Levi, la sua storia personale e individua il forte desiderio di Gesù di fare amicizia con lui: "Gesù vide ..."; "... gli disse: Seguimi!". Ma anche la positiva reazione di Levi: "poi, Levi gli preparò un grande banchetto a casa sua ..."
Ma la vicenda di Levi, diventa una immagine che coinvolge ogni discepolo; come a rassicurare tutti noi, che anche se discepoli, siamo ugualmente peccatori, e che il "venire" di Gesù coinvolge proprio e anche noi. Questa pagina del Vangelo, tradisce i sentimenti di Gesù per ciascuno di noi; e i sentimenti che ogni peccatore chiamato a conversione - perché di conversione si tratta - riconosce generati in sé stesso: "nonostante la mia fragilità che mi porta spesso a dubitare della Sua amicizia è la "chiamata", l'affetto per Lui, nella concretezza della sua vicenda, di quella di Levi, e ora della mia, che mi tiene in piedi, mi sostiene."
Come in Levi, anche io posso riconoscere la mia storia come lo spazio, come la realtà nella quale lo incontro, nella quale il Signore, attraverso la Chiesa, attraverso una comunità che mi tiene unito a sé, prima di tutto mi converte. La chiamata non è una elezione e neppure la convocazione per ricoprire un ruolo istituzionale; se ben guardiamo la chiamata è prima di tutto un avvicinarsi, un guardarsi, un desiderio di reciprocità che è segno dell'affetto. Tutto questo si comprende nel mettersi nel cammino, nel corrispondere a quel "seguimi", che tanta titubanza e timore suscita in tanti di noi. Ma al cuore di ogni conversione, c'è proprio l'amicizia, l'affetto, il seguire.

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