martedì 5 marzo 2019

Siracide 35,1-15 e Marco 10,28-31
Offrire a Dio attraverso la propria vita

L'osservanza della Torah e dei precetti della Legge, è per Israele, garanzia di partecipare al tempo che verrà. È in questa logica che si sviluppa la dimensione culturale dei sacrifici a cui anche Gesù deve la sua rielaborazione. Il Libro del Siracide in un sorprendente intreccio di fedeltà alla Torah e slancio profetico, unisce la sacralità dell'offerta al precetto da osservare, insieme alla più perfetta celebrazione della lode che è il sacrificio del cuore giusto. La consapevolezza di Siracide supera la semplice ritualità e ci porta a conoscere l'essenza dell'atto sacrificale, dell'atto dell'offerta. Ecco che il sacrificio supera la dimensione puramente rituale e celebrativa, e apre alla contemplazione del mistero e della relazione con Dio, creatore e Sapienza. Nell'offerta del sacrificio, ogni ebreo, restituisce a Dio il tesoro prezioso che gli è stato affidato, per prendersene cura nel tempo opportuno. Ecco che ogni offerta non è un accampare un diritto ma è un restituire a Dio un tesoro; in quella restituzione/offerta si pone, inoltre, la consegna di sé stessi e la cura che abbiamo avuto per il dono di amore che ci era affidato. È inoltre una consegna di gratitudine, di soddisfazione, di partecipazione. Nel Vangelo di oggi, Pietro, sembra sembra non capire ma è preoccupato di dover ricevere una ricompensa per quanto ha custodito - il dono della vocazione/sequela -, ma la risposta di Gesù non tarda a ricondurlo alla pienezza dell'offerta di sé stesso: offrire sé stessi nella libertà di accogliere non un contraccambio, ma la peggiore delle condizioni avverse. Solo questa accettazione ci libera dal possesso del dono di Dio, e ci permette di offrirlo/restituirlo, e con amore partecipare dell'atto stesso di offrire. Ecco la logica della restituzione: "Da’ all’Altissimo secondo il dono da lui ricevuto, e con occhio contento, secondo la tua possibilità, perché il Signore è uno che ripaga e ti restituirà sette volte tanto" (Sir 35,15).

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