lunedì 25 marzo 2019

Isaia 7,10-14;8,10 / Salmo 39 / Ebrei 10,4-10 / Luca 1,26-38
Solennità dell'Annunciazione del Signore
"Ecco, io vengo a fare la tua volontà" ... Giusto per provare a capire ...

Dal nostro punto di osservazione, comprendere e giustificare l'esistenza di Dio è uno sforzo irragionevole. Pur affermando che è più razionale credere in Dio piuttosto che negarlo, risulta insufficiente ogni tentativo di spiegazione del perché la manifestazione di Dio debba essere attraverso l'incarnazione di ciò che definiamo il Verbo di Dio.
Non è certamente sufficiente una giustificazione morale e di opposizione al male e al peccato. Come pure non è soddisfacente ogni tentativo di accostamento a Dio da parte dell'uomo attraverso l'introspezione esistenziale che conduce a forme etiche di vita o a filosofie dell'esistenza. Detto questo, a noi resta l'insufficienza del nostro punto di osservazione: uno spazio-tempo umano e creaturale di esistenza.
Ripercorrendo il cammino esistenziale dell'uomo, ci inabissiamo nella profondità del tempo e nel limite della nostra logica incapace di decifrare l'assoluto che da origine all'esistente. Eppure l'umano porta in sé quella strana consapevolezza di eternità e di vita di cui tutta la creazione sembra essere mappa di orientamento e traccia esplicativa.
Il nostro punto di osservazione non è allora il "luogo" di indagine e per capire, ma occorre farne esperienza come "spazio di risonanza". La creazione esprime l'esistenza, è in un certo qual modo risonanza dell'Assoluto, risonanza di altro. Accogliere la percezione esistenziale dell'assoluto è l'esperienza del dolce abbandono al mistero di Dio; mistero che si compie e manifesta anche nella realtà e nella vita di ogni uomo e donna. Questo assoluto è presente, ed è percettibile, ad esempio in ciò che noi chiamiamo "Incarnazione del Verbo"; ne è la sua visibile trasparenza, ovvero gloriosa e luminosa presenza: "è il verbo si fece carne e prese dimora in mezzo a noi". Questa felice espressione giovannea, trova corrispondenza nel dialogo tra l'assoluto e l'esistente, tra l'Angelo e Maria, e ha nelle parole della Vergine il senso pieno dell'accoglienza di Dio: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola".

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