mercoledì 28 agosto 2019

1 Tessalonicesi 2,9-13 e Matteo 23,27-32
Comportiamoci in maniera degna di Dio ...

Paolo non parte da esempi fuori dalla realtà, egli porta sé stesso ad esempio, e non per vanità o presunzione, ma perché in questo modo risponde con la sua vita della propria testimonianza. Non è un vanto e neppure orgoglio affermare di comportarsi in maniera degna di Dio e invitare la comunità di Tessalonica a fare lo stesso.
Il suo esempio non si riduce a moralismo, ma parte dalla Parola ascoltata e vissuta: "ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti". Paolo riconosce l'agire di Gesù, la chiamata a conversione attraverso l'ascolto del Vangelo. Egli riconosce alla Parola una autonomia in quanto "Parola di Dio che opera in quelli che credono".  Quale meraviglia poter riconoscere la conversione della vita nella conseguenza dell'ascolto della Parola! Non si cambia per una pura scelta e per volontà, ma per obbedienza alla Parola di Dio. Cambiare noi stessi per obbedire a Dio! È in questo percorso che Paolo da testimonianza del "diventare degno di Dio".
Da questa obbedienza deriva il "lavorare giorno e notte" (la totalità della vita) per annunciare la Parola; deriva essere giusti e irreprensibili: virtù che devono costituire la vita cristiana, per essere degna di Dio. Essere giusti come Dio ha a che fare con la misericordia, non col legalismo; essere irreprensibili ha a che fare con la fedeltà, con l'amicizia (conformazione) a Cristo.

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