martedì 13 agosto 2019

Deuteronomio 31,1-8 e Matteo 18,1-14
La misura del regno dei cieli ...

Lo strumento per misurare e quindi individuare il regno dei cieli, per farne esperienza, non si trova nei cieli, ma sulla terra. Ecco che i
 Capitolo 18 di Matteo mete a fuoco lo sguardo sulla realtà, che da sé, è capace di esprimere e misurare il regno dei Cieli, per non ridurlo semplicemente a una serie di immagini in parabole.
La comunità è il luogo dove il Vangelo deve realizzarsi come Parola di Gesù che, accolta, incontra la nostra vita; e così la nostra vita ne viene trasformata, convertita e quindi diviene regno dei cieli. La nostra comunità per quanto inadeguata, la nostra fraternità per quanto limitata esprime lo sazio di visibilità del regno dei cieli.
Per cui occorre porre attenzione alla comunità, essa non è uno spazio esclusivo ma inclusivo, non di elite ma di comunione, non di scarto ma di accoglienza. Per questo la conversione secondo lo stile dei bambini inaugura il regno: il superamento dell'egoismo del bambino porta a non assumere il criterio egoista del "ci sono io, poi ..."
Nella comunità di Gesù, il rapporto gli altri attraverso la fraternità è misura di quello con Dio, con il Padre del cielo, che non vuole che nessuno dei "piccoli" - i figli - si perda. Nessuno deve essere dimenticato o abbandonato a se stesso. Questo lo vuole il Padre!
Ecco allora che pur con tutti i limiti, la comunità di Gesù è regno quando si mette in ricerca dei perduti e se li carica sulle spalle. Che fatica! Eppure ... Se la nostra identità e comunità, disdegna o si allontana da una esperienza come quella della comunità dei discepoli di Gesù, il cuore e la conversione assumono inclinazioni e orientamenti lontani dal cuore del Signore, e dalla volontà di Dio. L'uomo non vive più la via della salvezza ma la via della propria auto affermazione.

Nessun commento:

Posta un commento