martedì 20 agosto 2019

Giudici 6,11-24 e Matteo 19,23-30
La vera ricchezza della vita nuova sono i fratelli.

Quel giovane se ne andò triste perché aveva molti beni!
Pensiamo per un momento che cosa la condivisione dei suoi beni avrebbe causato, avrebbe potuto generato.
Il cambiamento della vita di quel giovane, del Vangelo letto ieri - autentica conversione - avrebbe generato una trasformazione profonda nelle sue relazioni.
L'avere esclusivo della ricchezza, chiude il discepolo rispetto alla possibilità di dare alla vita quella pienezza che è il regno dei cieli. 
Infatti, quando la nostra vita è un percorso esistenziale di conversione, anche la "ricchezza" i beni diventano strumenti per realizzare il regno dei cieli per realizzare il compimento della vita. Tutto si muove nella prospettiva di una conversione o adesione reale e complessiva a Cristo.
A questo punto non è fuori luogo pensare: "ma noi che ti abbiamo seguito e abbiamo lasciato tutto ... Che cosa ne avremo?" Il nostro cammino di conversione che cosa produce?
Se si pensa a un qualche premio personale, resteremo delusi.
Se si pensa a un raggiungimento di una meta, resteremo delusi.
Occorre invece tornare al pensiero di Gesù, al criterio oggettivo della conversione della vita, le parole di Gesù, "va', vieni, seguimi!" imprimono un dinamismo assoluto è straordinario, che si rivela nella vita nuova e nelle relazioni che si rinnovano.
"Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi".Impegnare la nostra ricchezza, ciò che siamo, nel formare Cristo in noi, genera una ricchezza che è l'abbondanza della vita nuova: cento volte tanto in relazioni nuove e la pienezza della vita.

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