lunedì 5 agosto 2019

Numeri 11,4-15 e Matteo 14,13-21
Un segno inequivocabile ...

Giovanni Battista è stato ucciso e i suoi discepoli lo sono venuti a riferire a Gesù, tutto potrebbe crollare e disperdersi nella paura. La reazione del Maestro si compone di un momento di preghiera solitaria, un mento nel quale Gesù interiorizza, fa chiarezza, elaborare un dramma ... Gesù ricerca l'intimità con il Padre: "Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte"; sembrerebbe quasi che il Signore cerchi il distacco da tutta quella realtà che gli riversa addosso. Ma è la folla; sono le persone che con il loro attaccamento e il loro ricercarlo, che provocano in Gesù un profondo sentimento di compassione. Gesù agisce in forza della compassione! Sono anche queste parole di Matteo che ci permettono di scendere interiormente nell'umanità del Signore, e attraverso un percorso di restituzione sentiamo la vicinanza di Gesù, non la suo essere altro da noi, ma il suo coinvolgersi con noi, sempre. È questo lo sfondo della moltiplicazione del pane. Per molti solo un prodigio, per noi il segno della compassione, o meglio la conseguenza della compassione.
Questa mattina saremo proprio a "Tabga" nel luogo dove - anche secondo la pellegrina Egeria - il Signore spezzò i cinque pani e distribuì i pesci, perché tutti potessero essere comunione con lui.
Non credo sia esagerato recepire il segno del pane come la conseguenza razionale della presa di coscienza che Gesù ora ha di sé stesso: Gesù si comprende nella compassione per l'uomo: egli è colui che stabilisce una intima comunione, che sazia ogni umana necessità. Il gesto di Gesù tradisce la sua ferma volontà: "prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli ..."; fare di quel pane "compassione" per quella folla di persone che sono lì per Lui.

Nessun commento:

Posta un commento