mercoledì 12 febbraio 2020

1 Re 10,1-10 e Marco 7,14-23
Il cuore è un vero mistero

Quando il centro della vita disattende alla propria originalità, diviene sorgente di: "impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo", dice in confidenza, e all'interno della casa, Gesù ai suoi discepoli.
È entrando, scendendo nella profondità del nostro essere, raggiungendo il centro della nostra esistenza, che ci troviamo di fronte alla necessità di comprendere nella verità. Questo centro esistenziale è il "cuore" di ogni uomo. Esso rappresenta un vero mistero, per la sua dimensione ed esperienza abissale. 
Alla fine del salmo 138 (Signore tu mi scruti e mi conosci) il Salmista si esprime con queste parole: "Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri: vedi se percorro una via di menzogna e guidami sulla via della vita".
Il cuore rappresenta la "fucina" del nostro esistere, è il cuore che poniamo di fronte allo sguardo di Dio, ma è dal cuore che io stesso imparo a riconoscermi, per ciò che sono e per ciò che posso essere. Nelle parole di Gesù, si potrebbe scorgere una certa durezza di pensiero: "Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male", ma in realtà per Gesù, il cuore è lo spazio del tesoro, è lo spazio in cui scoprire il regno di Dio, in noi. Se il cuore ha la forza di rendere impuro l'uomo, nell'esperienza più tenebrosa della oscurità morale e spirituale, quale assoluta esperienza di grazia è un cuore in cui dimora lo Spirito di Dio? Quando nel cuore di noi stessi desideriamo e permettiamo che dimorino, le parole di Gesù, ecco che nel cuore si realizza il regno di Dio. Si, il regno, è la "gloria" di Dio nel nostro cuore. Nulla ha a che fare con la moralità esteriore, o con gli adeguamenti all'etica o alla religiosità. Il regno è compiacenza manifesta di Dio, per ciascuno di noi e in ciascuno di noi. Si è regno di Dio, perché si corrisponde al regno nella gratuita dell'amore come risposta alla amorevole tenerezza (compiacenza) del Padre. Nel proprio cuore si impara ad arrendersi (cioè a non fare resistenza) all'amore.

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