lunedì 3 febbraio 2020

2 Samuele 15,13-16,13 e Marco 5,1-20
Dall'altra riva del Lago

Quando pensiamo al "ministero" di Gesù, con difficoltà riusciamo a ripercorrerlo nei continui spostamenti, nella narrazione dei vangeli. Raggiungere l'altra sponda del Lago non era per nulla un fatto eccezionale. Quel Mare di Galilea era in realtà il luogo comune di vita, di scambi e di comunicazione.  Esagerando, spesso si è detto, Gesù va a Gesara, città della decapodi, città impura ... Esagerando, perché forse Gesù, va semplicemente dall'altra riva del Lago, e non sconfina, non oltrepassa una frontiera, non varca una separazione. Il "ministero di Gesù si dispiega in tutta l'area intorno al Lago, e non solo, esso raggiunge anche zone interne e montuose, ma il Lago con le sue città, e in particolare Cafarnao, rappresentano gli spazi preferenziali, rappresentano il suo ambiente vitale. Detto questo, nel suo arrivare a Gerasa, il Signore incontra un uomo posseduto da un demonio, ma con questo non possiamo e non vogliamo dire che dall'altra parte del lago regnasse la tenebra e il male; come pure non possiamo dire che essendoci una mandria di maiali, quei luoghi fossero pieni di impurità, se non rispetto alla comprensione e alla religiosità ebraica di chi era giudeo osservante.
Cosa rappresenta quesa narrazione? Credo che Marco voglia farci toccare come per ogni uomo incontrare Gesù rappresenta l'esperienza che salva. Rappresenta la possibilità di divenire parte della salvezza di Dio. È questo indipendentemente dai luoghi, dalle culture e dalle situazioni di vita. È l'incontro con Gesù che salva! Quell'incontro diviene rilevante, tutto il resto è il flusso delle situazioni che permane e continua come vicenda della storia. Ma ciò che conta è che quell'uomo indemoniato, ora è salvato: "Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te".

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