lunedì 17 febbraio 2020

Giacomo 1,1-11 e Marco 8,11-13
Il segno dei segni ... 

Citazione di Silvano Fausti sj: "E sotto c’è anche un cosa più profonda: noi chiediamo sempre dei segni: i figli chiedono ai genitori i segni dell’affetto, la conferma; cosa vuol dire? Vuol dire che non sono sicuri dell’affetto. E più conferme dai, più ne hanno bisogno. Alla fine quand’è che l’altro crede all’affetto? Quando non ha bisogno dei segni. E noi, istintivamente, invece di leggere i segni e di credere all’amore e all’affetto, sia di Dio sia dei genitori, vogliamo sempre dei segni e non ci fidiamo ..."
È interessante questa lettura del "segno". I Farisei, i discepoli, la gente comune, ecc ... tutti sembra abbiano la pretesa di vedere un segno, di quelli che ci lasciano senza parole, ma soprattutto senza possibilità di dubitare.
Ma questa è la pretesa che annulla il senso è il vero dei segni di Dio.
Il primo segno di Dio, attraverso Gesù, è il suo essere bambino: "... e questo è il segno: troverete un bambino avvolto in fasce ...".
Non si tratta certo di un segno di potenza, anzi, è un segno fragile e piccolo ... che sviluppa la sua forza e manifesta tutta la sua potenza solo se accolto con fiducia e amore. Gesù, è egli stesso il segno di Dio, non solo egli fa dei segni ... 
Se non ci fidiamo di lui, se non lo accogliamo liberamente e con amore nella nostra vita ... il segno che è Lui, continuerà a deluderci, non ci basterà mai; come se non ci fisse dato nessun segno, o ci fosse negato ...
Se amo Gesù, non ho più bisogno di segni ... il vero segno è il suo amore anche per me; per cui se mi riconosco e mi scopro amato, non ho bisogno di altro.
Il vero segno è la sua amicizia, per cui, se la mia amicizia gli corrisponde, non la metto continuamente alla prova. "Amen, vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno ..."; Gesù ci ha già dato tutto di sè ... cos'altro posso pretendere?

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