giovedì 20 febbraio 2020

Giacomo 2,1-9 e Marco 8,27-33
Domande necessarie, risposte di vita

Da Betsaida, il gruppo dei discepoli con Gesù, si sposta verso Cesarea di Filippo, questa volta però non è come le altre volte: non parabole, non discorsi, non miracoli, non guarigioni. Questa volta è una domanda che riempie di stupore e quasi apre un "vuoto" nei discepoli: "La gente, chi dice che io sia?"  E a ruota: "Ma voi, chi dite che io sia?"
Tremendo, Gesù ... È una domanda come quelle all'interrogazione, quando si va in panico perché pur pensando di sapere tutto, ci assale il dubbio di non avere realmente a disposizione la risposta.
A volte ci si prova a rispondere facendo appello alle conoscenze, alle esperienze, a ogni possibile appiglio ... ma il dramma è quando dopo tutto questo resta come dire un vuoto. Credo che questo sia accaduto ai discepoli; dopo aver cercato la risposta -"Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti" - e a questo punto sono loro che vanno in crisi ... è il silenzio imbarazzato dei discepoli davanti a una domanda disarmata, e senza pretesa: "ma voi chi dite che io sia?"
Non è nelle pretese, di Gesù, una risposta da parte dei discepoli, come anche da parte nostra ... Ma dopo tanto stare con lui, dopo averne condiviso l'amicizia, quella domanda diventa il centro della consapevolezza, si colloca al centro del cuore di ciascun discepolo. Ogni giorno quella domanda cerca - in senso buono - una risposta; quella domanda in realtà si colloca dentro in nostro più grande bisogno esistenziale, quello di non bastare a noi stessi, mai ...
La risposta - quella di Pietro non è quella esatta in assoluto, ma è quella giusta per Lui - rappresenta non tanto la soddisfazione per Gesù, quanto riconoscere la sua vera appartenenza. La nostra risposta è quella di un amante rispetto a colui che ci ama.
In realtà, questa domanda fatta ai discepoli, mi porta immediatamente sulla spiaggia di Tabga, dove il Signore risorto chiede a Pietro per tre volte se lo amava, e Pietro in un modo o in un altro risponde sempre si, ti amo Signore!
Quando ogni giorno posso dire: Si ti amo Signore! Indipendentemente dai tanti tradimenti quotidiani, sono contento perché significa che la mia umanità è ancora "sana" e piena di desiderio, che è ciò che ci salva dall'egoismo mortale.

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