mercoledì 26 febbraio 2020

Gioele 2,12-18; Salmo 50; 2 Corinzi 5,20-6,2;  Matteo 6,1-6.16-18
Mercoledì delle Sacre Ceneri
«Vi supplichiamo in nome di Cristo:lasciatevi riconciliare con Dio» (2Cor 5,20)

Iniziamo questa quaresima con il digiuno, "ecco verranno giorni nei quali sarà tolto lo Sposo, in quei giorni digiuneranno". Un digiuno singolare, non solo penitenziale, ma un digiuno che raggiunge la vita di fede di tanti credenti: il digiuno dalla eucaristia, il digiuno dalla liturgia, il digiuno dalla messa. Alla fine questo virus, in un modo furbissimo, ha tolto ai cristiani l'unica condizione che li caratterizzava come popolo di Dio: aggregarsi per celebrare l'eucaristia. Ci ha separati, ci ha divisi, ci ha resi inefficaci rispetto alla nostra fede e testimonianza. Per assurdo, in tutto questo, alcuni, dopo aver sperimentato di poter stare anche "senza Dio", perché non è stato un dramma saltare Messe e incontri, forse continueranno questa astinenza dalla liturgia e dal sacro ... Altri capiranno che la loro appartenenza al popolo di Dio era solo una "buona educazione" o una bella convenzione. Per altri, queste disposizioni, in ambito ecclessiale, non implicano proprio nulla, tutto resta nella stessa condizione di prima ... Ma per chi crede, ci si apre alla consapevolezza di un digiuno che realmente ci fa sperimentare che essere il popolo di Dio senza un luogo dove ritrovarci, privi dell'esperienza aggregativa della comunità, si rimane soli, figli di quella solitudine antropologica che caratterizza spesso il cuore dell'uomo. Come accompagnare questo tempo, affinché non trascorra e ci trascini nella solitudine esistenziale e ci svuoti della presenza del mistero?
Credo che il messaggio del Papa per la quaresima sia uno strumento efficace per custodire e conservare la preziosa comunione ecclesiale, oltre ogni limite e ogni disposizione di legge.
In questo Mercoledì delle Ceneri, occorre «Guarda le braccia aperte di Cristo crocifisso, e lasciati salvare sempre nuovamente (...) Contempla il suo sangue versato con tanto affetto e lasciati purificare da esso. Così potrai rinascere sempre di nuovo». Questo è lo spunto per iniziare il mio itinerario di conversione partendo dal sacramento della confessione. L’esperienza della misericordia, infatti, è possibile solo in un “faccia a faccia” col Signore crocifisso e risorto «che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. È nel dialogo cuore a cuore, da amico ad amico, che esprimo l’esigenza di corrispondere all’amore di Dio, che sempre mi precede e mi sostiene. In questo tempo favorevole, Fisso un tempo per la "preghiera personale", per leggere e mettermi in ascolto della Parola di Dio attraverso il Vangelo del giorno. Il fatto che il Signore ci offra ancora una volta un tempo favorevole alla nostra conversione non dobbiamo mai darlo per scontato. Cercherò quindi di fare discernimento con un sacerdote circa l'esperienza di grazia (bene) e di peccato (male) nella mia vita. Questa  revisione di vita è importante per richiamare gli uomini e le donne di buona volontà alla condivisione dei propri beni con i più bisognosi attraverso l’elemosina, come forma di partecipazione personale all’edificazione di un mondo più equo. La condivisione nella carità rende l’uomo più umano; l’accumulare rischia di abbrutirlo, chiudendolo nel proprio egoismo. Segni della compassione e carità responsabile: ogni venerdì mi recherò davanti a un Crocifisso per contemplare nelle sue piaghe anche le piaghe della sofferenza e ingiustizia umana. Ogni venerdì rinuncerò a un pasto per dare 5 euro in carità per coloro che sono nella indigenza.

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