martedì 25 febbraio 2020

Giacomo 4,1-10 e Marco 9,30-37
In perfetto scacco ...

Crollo degli indici di Borsa; supermercati presi d'assalto e completamente svuotati; la sera, strade deserte e senza automezzi circolanti; scuole chiuse; Messe sospese ... e tanto altro. Sembra quasi di vivere in un film, uno di quelli che preconizzavano la guerra chimica-batteriologica; è la strana esperienza di una "vita sospesa". 
È bastato un microscopico virus a metterci KO! Eppure questo piccolo e invisibile nemico è riuscito da solo a piegare la nostra superbia, il nostro orgoglio, la pretesa di onnipotenza. Ma ciò che maggiormente percepiamo, credo, è lo stridente rapporto tra realtà e libertà. È solo quando siamo messi alla prova che riconosciamo con umiltà la nostra piccolezza, la nostra fragilità.
Ecco che l'umiltà emerge come virtù necessaria, attraverso la quale, Dio dona la "grazia": infatti "Dio resiste ai superbi, agli umili invece egli dà la sua grazia".
Credo che sia una grazia, recuperare il bisogno della vicinanza di Dio, del Padre che veglia su di noi e che, è presente e accompagna, nella fede in lui, ogni suo figlio. Non è certo la sospensione delle Messe, che può privarci del desiderio di Dio. È in questa realtà che siamo messi alla prova, circa il nostro vero cuore, la nostra vera passione per Lui. Credo che sia una grazia poter superare quella sfrenata tentazione all'auto preservazione, che si impone come egoismo (la corsa ai supermercati, all'accaparramento), per riconoscere che nel bisogno emerge per il discepolo di Gesù, lo spirito di servizio e di sacrificio, proprio di chi "si fa servo di tutti".
Ci è dato un tempo nuovo e certamente inaspettato; questa Quaresima, inizia con una privazione, anche dei segni della liturgia, eppure, proprio in questa povertà, o attraverso questa povertà siamo richiamati all'essenziale. Risuonano le parole di San Paolo: "Vi scongiuro in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio"

Nessun commento:

Posta un commento