mercoledì 26 febbraio 2020

Matteo 6,1-6.16-18
E la nostra ricompensa ... quella che ci hai promesso ...

Buon giorno Signore, oggi iniziò la Quaresima! Che strana giornata, non mi è mai capitato di dovermi inventare come darti lode, ci ha sempre pensato la Chiesa con la Messa, con l'imposizione delle ceneri ... Invece oggi non ci sarà nessuna cenere sul mio capo, e non ci sarà neppure l'eucaristia per me ... Direi che è assurdo tutto questo soprattutto pensando a quel "fate questo in memoria di me ..."
Ho fame, Signore, ho fame di te, della tua Parola Ascoltata nella Chiesa e ripensata nelle parole di un prete. Non ho fame di un testo letto tra le mie mani, o su qualche sito internet, non ho bisogno di meditazioni proposte come occasioni spirituali; ho bisogno di un ascolto umano, reale che attraverso il contatto tra persone, attraverso guardare il volto di un uomo, possa fare memoria del tuo volto, della tua persona, della tua parola. 
Ho fame di te Signore! Oggi sarà un vero digiuno: dal cibo, e da tutto ciò di cui mi riempivo per venire a te ... Sarà digiuno soprattutto dall'eucaristia che già desidero con la nostalgia dei tempi passati .... Oggi, nella privazione di tutto, sperimento il necessario essenziale; riscopro e riconosco che tu che sei il mio unico necessario e che questa Chiesa così chiacchierata, disprezzata e rifiutata in realtà è poi l'unica che mi parla di te, mi conduce a te, mi rigenera nella mia umanità ferita mediante l'ascolto della Parola, e nel donarmi il pane della vita, il Tuo corpo e il Tuo Sangue, la Tua vita ore me.
Oggi digiuno con ben altra consapevolezza, mi sono alzato, lavato, ho pregato e poi dato inizio alle tante occupazioni del giorno: "... quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà". Attendo con desiderio la ricompensa del mio digiunare, attendo con desiderio di saziarmi di te ... Nel segreto del cuore Signore già mi manchi così tanto, che mi sembra quasi di essere nel più lungo Sabato Santo della mia vita.
Oggi sono chiamato a vivere con responsabilità questo "strano tempo quaresimale"; la responsabilità del discepolo che vuole da sé dare lode al Signore, vuole pregare e vivere come segno concreto la carità ... Quello che fino ad oggi era normale e scontato, in questo momento diviene concretamente oggetto della mia responsabilità personale, della mia maturità di fede, del mio senso di appartenere alla Chiesa di Cristo, oltre ogni plausibile dubbio! Già questa consapevolezza è la mia giusta ricompensa!

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