domenica 9 gennaio 2022

Che cosa c'è tra il nostro e il suo battesimo

Isaia 40,1-5.9-11; Salmo 103; Tito 2,11-14;3,4-7; Luca 3,15-16.21-22


Solo tre giorni fa, il papa, così diceva nell'omelia della Epifania del Signore:
Abbiamo bisogno di ritrovare il desiderio di Dio.

Sono i desideri - dice ancora il Papa - a farci andare oltre le abitudini consolidate, “oltre una fede ripetitiva e stanca”. Il nostro viaggio della vita e della fede ha bisogno di desiderio, “di slancio interiore”. E si domanda: "Non siamo da troppo tempo bloccati, parcheggiati dentro una religione convenzionale, esteriore, formale, che non scalda più il cuore e non cambia la vita? Le nostre parole e i nostri riti innescano nel cuore della gente il desiderio di muoversi incontro a Dio oppure sono “lingua morta”, che parla solo di sé stessa e a sé stessa?

Ci siamo ripiegati troppo sulle mappe della terra e ci siamo scordati di alzare lo sguardo verso il Cielo; siamo sazi di tante cose, ma privi della nostalgia di ciò che ci manca. Nostalgia di Dio... Ci siamo fissati sui bisogni, su ciò che mangeremo e di cui ci vestiremo, lasciando evaporare l’anelito per ciò che va oltre. E ci troviamo nella bulimia di comunità che hanno tutto e spesso non sentono più niente nel cuore. Persone chiuse, comunità chiuse, vescovi chiusi, preti chiusi, consacrati chiusi perché la mancanza di desiderio porta alla tristezza, e all’indifferenza. Comunità tristi. Preti tristi. Vescovi tristi.

In questa festa del battesimo di Gesù, dobbiamo, cercare di recuperare il desiderio di Dio; questo Vangelo deve aprirci il cuore per interrogarci profondamente sul nostro battesimo e come da quel sacramento possa generarsi il desiderio di Dio; come ci si possa innamorare di Gesù e della sua parola di vita.
Del giorno del battesimo, per quasi tutti noi, cosa possiamo dire?
Che eravamo in braccio alla mamma e accompagnati dal babbo … una scena bella … ma che cosa manca?
Credo manchi il momento personale del desiderio; quel desiderio di essere immerso nella vita di Gesù. Anche della Cresima, io personalmente non ricordo quasi nulla … Poi dopo nella vita tutte le scelte sono avvenute per conseguenza.
Nel Vangelo invece spiccano all’attenzione le molte persone che hanno fatto una scelta: farsi immergere nell’acqua da Giovanni. Un desiderio che li ha spinti a raggiungere il Battista a muoversi dalle loro case, dalle loro occupazioni quotidiane, per andare in un deserto, sulle rive di un fiume per compiere un gesto che segnasse la differenza, tra un prima e un dopo. C'è un entusiasmo, c'è una domanda, c'è un desiderio ... Una immersione dalla quale emerge la conversione della vita. Mi accorgo che il battesimo di Giovanni corrisponde al desiderio di ogni uomo che trova in sé il germe della fede, per essere battezzato, cioè immerso in una vita che sia degna cioè piena, che porti a Dio, che porti alla felicità. Ma questa pienezza non viene da sè, da sola, chi la può mettere? Da soli non ce la diamo, neppure con la nostra conversione della vita.
Ecco che solo chi è il più forte, dice il Battista, può darci la piena felicità. Lui il forte, lo è non per prepotenza, ma è il più forte perché capace di parlare al cuore, la sua parola infatti, è l'unica che suona in mezzo all'anima e parla parole di vita.
Ed è “Lui che vi battezzerà...”, in queste parole si rivela quella pienezza che Gesù realizza come dono di grazia. La sua forza è immergere l'uomo nell'oceano dell'Assoluto, imbevuto di Dio e intriso del suo respiro, dove diventi figlio: "perché a quanti l'hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio". La sua è una forza generatrice: "sono venuto perché abbiano la vita in pienezza", forza liberante e creativa, come un vento che gonfia le vele, un fuoco che dona un calore impensato.
Dalle parole del Vangelo percepiamo l'urgenza del desiderio, un desiderio che va riscoperto nella quotidianità, un desiderio che si genera nell'incontro con le parole del Signore e con la sua vita, la sua storia.
Il desiderio si genera quando la vita di Gesù entrando dentro di noi a poco a poco ci modella, ci trasforma i pensieri, gli affetti, i progetti, le speranze, secondo la legge dolce, esigente e rasserenante del vero amore, a volte in modo più evidente, a volte in modo meno apparente.  Ecco che allora si apre il cielo e lo spirito ci invade, anzi fa il nido in noi, per allevare non dei "piccioni" ma dei figli di Dio: E venne una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento".

Nessun commento:

Posta un commento