lunedì 3 gennaio 2022

Giovanni testimonia che Gesù è il figlio di Dio

1 Giovanni 2,29-3,6 e Giovanni 1,29-34


Ogni volta che celebriamo l'eucaristia, prima di mangiare il pane, risuonano le Parole di Giovanni "ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo". Il termine “ecco” nel greco è praticamente un imperativo:“guarda!” – “vedi!”; Giovanni Battista  è stato coinvolto personalmente in quell'incontro con Gesù e ora non può non riconoscerlo e indicarcelo. Giovanni Battista comprende da subito che Gesù assume in se stesso quella espiazione del peccato che logora il mondo e che rende fragile la vita, ne potenzia il limite. Il peccato di cui parla Giovanni Battista (Romano Penna) non è mai solo un atto individuale, ma non è neppure la somma di vari peccati. Esso piuttosto è un atteggiamento fondamentale e unitario, che si manifesta poi nella molteplicità di concreti atti singoli. Nell’insieme si può dire che esso consiste semplicemente nella risposta negativa dell’uomo nel suo confronto col Cristo Gesù e più specificamente nel fatto che non si riconosce né lui né il Padre.

Con questa espressione Giovanni il battezzatore, vuole portarci al cuore di una immagine abbastanza determinata per gli ebrei: il sacrificio di espiazione dal peccato; per la comunità dei credenti in Gesù, invece, si applica al pane spezzato il contenuto della testimonianza di Giovanni, riconoscendo quindi in quel sacrificio del pane tutta la vita stessa di Gesù e il suo essere la nostra salvezza: pienezza dell'espiazione.


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