giovedì 21 aprile 2022

Postumi della risurrezione

Atti 3,1-10 e Luca 24,13-35

Nel Vangelo dei discepoli di Emmaus, nelle parole dei discepoli - un resoconto dettagliato - troviamo la sintesi perfetta di ciò che quella mattina, è accaduto scoprendo che la tomba era vuota. La descrizione di Luca riporta tutti gli elementi che contraddistinguono la narrazione di quel momento. Tutto questo possiamo ricondurlo alla nostra memoria, a cio che noi possediamo come testimonianza di chi ci ha preceduto nella fede: la tomba è vuota; Gesù è vivo.
Il secondo momento della narrazione lucana è la vicinanza di Gesù risorto: una presenza non riconosciuta e piena di incognita, ma ugualmente spiegata e rivelata attraverso la Scrittura. Anche a noi la Scrittura, ci conduce a incontrare sempre il Signore e ciò che riguarda Lui. Questa esperienza di narrazione e comprensione è straordinaria, essa ha origine da Gesù e prosegue come esperienza della comunità che custodisce la Parola.
Il vertice della narrazione é comunque ciò che accade durante la cena: Gesù non solo ripete i gesti e le parole della cena pasquale, ma in quel gesto - prima di sparire dalla loro vista -, si consegna a loro nel segno del pane spezzato. È il risorto che per la prima volta compie quel gesto e si consegna. Spesso attribuiamo la ripetizione del gesto eucaristico alla comunità che si pone in obbedienza al "fate questo in memoria di me"; ma dopo Emmaus, dobbiamo riconoscere che quando spezziamo il pane è Gesù vivo e risorto che si consegna sempre e di nuovo.

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