giovedì 14 aprile 2022

Giovedì Santo: impariamo il servizio e l'amore

Giovanni 13,1-15


"Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi".
"Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me".
Sono queste parole, che oggi risuonano più che un imperativo esistenziale quanto come  una esplicita consegna che Gesù fa di sé stesso; rappresentano lo sfondo in cui il vangelo di Giovanni rievoca il gesto di Gesù di lavare i piedi ai dodici. Non va dimenticato, infatti, che tutto si compie durante la cena pasquale: "Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine".
Tutto l'agire di Gesù, il suo "amare fino alla fine" - cioè un amore compiuto e pieno - esprime il senso e il contenuto dell'essere servo, cioé fare di sè stesso "il servo", mettersi a servizio,  cioè donare sé stesso con gratuità e amore. Gesù vive questo servizio nel dono di sé; il suo corpo e il suo sangue sono il suo donarsi: quando lo riceviamo, in realtà non dimentichiamolo, Lui si dona. In Giovanni il donarsi si esprime nel gesto supremo della spoliazione, nel piegarsi e nel toccare e lavare i piedi ai dodici ...
Toccare e lavare  l’umanità ..., l'umanità tutta ...
Toccare significa fare comunione con la vita di ogni uomo, per redimerla, cioè amarla concretamente, ed invitare ogni discepolo ad essere parte del medesimo amore.
Oggi viviamo, il servire (spoliazione) ..., il donare (ti offro il mio corpo e il mio sangue) ..., l'amore (la mia vita fino ... alla fine).

Nessun commento:

Posta un commento