venerdì 22 aprile 2022

Conversione e perdono

Atti 3,11-26 e Luca 24,35-48

Dopo aver sperimentato che non è sufficiente ridirci le stesse cose sulla risurrezione, cioè raccontare tra noi il vangelo, dobbiamo arrivare a comprendere che quando ascoltiamo la Parola di Dio, quando la leggiamo, la riscriviamo; quando ne facciamo una dottrina, una norma, un catechismo … ma non la sperimentiamo come parte della nostra vita, determiniamo le condizioni per cui quella Scrittura non ferisce il cuore e rimane lettera morta, rimane un racconto come altri.
La narrazione del risorto, ci vuole condurre a offrire il nostro cuotidano come spazio per un incontro confidente e intimo con Gesù. Offrire il quotidiano significa esprimere i dubbi, le paure, la tristezze, significa vivere accompagnati anche dall'incertezze, circa il risorto. Ma da tutto questo è Gesù che farà nascere il desiderio di accogliere in noi la sua proposta di vita. Il risorto non vuole convincerci della sua verità, quanto della "convenienza" della sua proposta. La verità della risurrezione, infatti, è affidata alla testimonianza di chi ne ha fatto esperienza; mentre la convenienza della proposta è affidata direttamente a noi. La sua proposta determina un nuovo incontro tra i discepoli e Gesù risorto (tra noi e lui); la sua proposta é una missione che nell'immediato lascia tutti perplessi: "... nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati ...". Questa è la proposta del risorto: una vita piena e aperta al cambiamento (conversione al vangelo) e capace di perdono (disponibile alla amorevolezza e alla tenerezza).

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