domenica 10 aprile 2022

Domenica delle Palme - 2022

Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Lc 22,14-23,56


Una Quaresima di guerra e una Pasqua di Risurrezione insanguinata.
Siamo completamente immersi nella concretezza reale della passione del Signore.
Come è strano vivere questi riti, percependo che sono incapaci di cambiare la realtà dei fatti. Come era bello e forse illusorio vivere la Settimana Santa con i pensieri e sentimenti pieni di una gioia legata alla soddisfazione della vita, alla serenità o alla complessità di un quotidiano comunque denso di possibilità. Ma ora tutto è infranto, tutto ci proietta nella precarietà. E i riti rischiano di essere solo ripetizioni commemorative fini a sé stesse, se non abbiamo la concreta esperienza del risorto che abita anche questo nostro tragico tempo di disumanità. D'altronde a leggere bene la narrazione della passione, ci accorgiamo, oggi come allora, di essere di fronte a un vero dramma umano; al tradimento dell'amicizia e dell'innocenza; al sopravvento dell'ingiustizia e della malvagità; gli eventi ci proiettano in un baratro di barbarie, di male e sofferenza inaudita, che ha un simbolo universale: la crocifissione.
Certamente questo tempo di emergenza ci ricorda la nostra fragilità, ci insegna a ridare valore alla vita; a non considerare il mondo un bene da sfruttare. Tutto ciò che accade ci fa riscoprire il bene comune, riapre la porta della nostra interiorità, ci suggerisce la nostalgia per la preghiera e il gusto del meditare e del deserto. Sono giorni in cui ognuno di noi si sente incalzare da qualcosa che ci preme dentro ed è più del senso del limite e della nostra impotenza di fronte agli eventi; preme lo spirito, ci incalza il mistero di Dio.
È possibile in questa situazione parlare di Speranza? Non è forse una provocazione?
Oggi, in questa Settimana Santa, ciascuno di noi rivolga lo sguardo a Cristo Crocifisso e dal legno della croce alimenti la speranza che Dio Padre mai smette di prendersi cura della sua Creazione, e degli uomini, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata e gli uomini, traditi. Anche se tradito, Gesù è risorto il terzo giorno.
Vivere con speranza vuol dire sentire di essere testimoni del tempo nuovo, in cui Dio “fa nuove tutte le cose” a partire dall'esperienza di amare.
Da questa doppia emergenza (pandemia è guerra) possiamo entrare in una consapevolezza più grande: quella di essere coinvolti e responsabili gli uni degli altri. Base del vivere civile e del vivere cristiano. Questi giorni “cupi” possono invece costituire un’opportunità per compiere un cammino di vera conversione, “un viaggio di ritorno a Dio”, per imparare ad affidarsi alla sua misericordia infinita.

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