mercoledì 20 aprile 2022

Un invito a mangiare

Atti 4,1-12 e Giovanni 21,1-14

Nel racconto della scoperta della "tomba vuota" e dell'apparizione alle donne in Matteo, si dice che: "... le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: Salute a voi!. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno". Il vangelo di Giovanni sembra quasi dare continuità a questo invito, trascurando le apparizioni del Risorto a Gerusalemme. Credo, anche io, che questa narrazione di Giovanni voglia mettere in evidenza l'esperienza della prima comunità di discepoli, che si radica in Galilea, piuttosto che una cronaca realistica e descrittiva dell'incontro col Risorto.
Giovanni fa nuovamente riferimento alla vita ordinaria dei discepoli, alla attività di pesca, ma anche a un vivere in comune di sette di loro, che bene può prefigurare una consolidata esperienza comunitaria. Ecco allora che, quella pesca straordinaria, quell’invito a mangiare il cibo preparato da Gesù e quello portato da Pietro ...; tutto sembra ricondurre ad una esperienza post-pasquale di una comunità concreta che rinnova nei segni la venuta del Signore. Egli, come Risorto, porta sempre abbondanza: di amore e di fede. Una pienezza custodita dai discepoli nei gesti di tenera vicinanza di Gesù e che il Signore condivide anche nel suo modo particolare di donarsi, di consegnarsi.
É in questo essere comunità di discepoli che si vive l'esperienza della conoscenza del Risorto: "sapevano bene che era il Signore", e nel prendere insieme il pane e il pesce si realizza la vicinanza quotidiana del maestro, come Risorto.

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