lunedì 18 aprile 2022

Mistificazione della realtà

Atti 2,14.22-33 e Matteo 28,8-15

Colpisce la mia attenzione, oggi, leggendo il vangelo, come le fakenews non sono solo una invenzione dei nostri tempi, ma come anche, allora, la tomba vuota di Gesù, diviene occasione per mistificare la realtà dei fatti.
In questi giorni ci hanno insegnato da una parte che non si tratta di una guerra ma di una operazione militare: per cui è stata cancellata la parola guerra. Mentre per altri la guerra è condizione imprescindibile della pace, ottenuta cavalcando e armando la legittima difesa. In mezzo, lo stravolgimento dei fatti e della realtà.

Di fronte a questo scatenarsi della propaganda la prima vittima è la verità. La “verità di fatto”. La propaganda di guerra, soprattutto oggi, distorce i fatti, li nasconde o sopprime, o li sostituisce con “immagini” false, mutilando o rovesciando di senso lo stesso linguaggio, abolendo ogni criterio rendendo ogni fatto e avvenimento passibile di invenzione, menzogna o mistificazione. Questo è lo sfondo del vangelo, ma anche della prima fakenews circa il risorto e la risurrezione. Ma il racconto del vangelo non si ferma di fronte alla mistificazione; il vangelo ci propone la risurrezione nella vita, e nella quotidianità. C'è un'altra notizia di cui dare annuncio, è la notizia che le donne vengono a portare al gruppo degli undici. In questo primo giorno della settimana che segue la Pasqua, dobbiamo ricominciare a guardare e a vivere la vita quotidiana riempita di quella fede che nasce dal riconoscimento del risorto come colui che cambia la nostra storia e la riempie di speranza e di amore per il prossimo. La luce della Resurrezione si pone di fronte alla mistificazione e macchinazione dei farisei, che vogliono occultare il mistero di un corpo umano che è anche Dio e che ha portato la nostra umanità a comprendersi in relazione alla sua dignità celeste, e all'essere tutti figli di Dio.


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