mercoledì 13 aprile 2022

Trenta monete d’argento

Isaia 50,4-9 e Matteo 26,14-25


Che cosa ha rappresentato per Giuda vivere insieme a Gesù e al gruppo dei Dodici per tre anni? Cosa ha voluto dire stringere una relazione di amicizia con un uomo che hanno chiamato "maestro"? Cosa ha significato imparare a farsi servi per amore, guardarsi dentro e scoprire davanti a Lui la verità se stessi?
Per Giuda tutto questo deve essere stato qualcosa di lacerante, soprattutto quando è giunto a maturare l'idea di consegnare il maestro e chiedere una ricompensa per il suo tradinento: trenta monete d'argento. Questo "racconto" rappresenta il dramma di una umanità fragile e ferita, che smarrisce il senso della verità e che nella più assurda solitudine diviene incapace di chiedere perdono. 
Cosa significa vendere Gesù? Credo che a volte siamo disposti a vendere Gesù: per soldi, per un riconoscimento sociale, per codardia, per assecondare i nostri interessi e desideri o quelli di altri. Ma forse siamo disposti anche solo ad accantonarlo, perché con fatica riconosciamo il valore della sua amicizia; della relazione che nel tempo abbiamo costruito e della rivelazione che lui ci ha fatto di se stesso.
Tutto questo è premessa per  Gesù e i discepoli a celebrare quella cena pasquale. Ecco, che quella cena è un rito di alleanza anche per noi, tra la nostra povertà (tradimento compreso) e la sua sua grandezza (un amare che non si estingue).

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