venerdì 29 aprile 2022

Sapienza e conoscenza

1 Giovanni 1,5-2,2 e Matteo 11,25-30

La nostra aridità, la nostra insensibilità, la nostra distrazione, ci impediscono di sentire come Dio si manifesta e si fa conoscere. Eppure, nella gioia stessa di Gesù, nella sua esultanza è possibile riconoscere come il Padre si rivelava a suo figlio, dentro quella esperienza straordinaria che era la sua natura umana. È infatti la natura umana di Gesù che esulta perché Dio si rivela nella piccolezza (ai piccoli), cioè agli umili, in coloro che si fanno piccoli per rendere grandi per amore i loro fratelli. È Gesù stesso che nel suo essere umile (piccolo) fa esperienza del Padre, della sua paternità, che è lo spazio in cui non solo si conosce Dio, ma si è da lui ristorati, confortati, accolti e amati. La nostra umiltà ci apre la vita, ci conduce nella vera sapienza. Esiste una falsa sapienza e falsa conoscenza di Dio che è la sapienza dell’autosufficiente, di colui che basta a se stesso; di chi nega l'importanza della relazione; di chi nega l’amore. In questo, siamo di fronte alla sapienza che distrugge la persona, una sapienza che sfocia nell’odio, dell’egoismo, nel vuoto, ma in questa sapienza Dio non si rivela, anzi si nasconde.

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