venerdì 15 aprile 2022

Venerdì Santo - Gesù è crocifisso e muore ... e chi con lui...

Passione secondo Giovanni: 18,1-40.19,1-42

Meditiamo in questo venerdì Santo la Passione del Sigmore e le parole del papa.
"Quando si usa violenza non si sa più nulla su Dio, che è Padre, e nemmeno sugli altri, che sono fratelli. Si dimentica perché si sta al mondo e si arriva a compiere crudeltà assurde. Lo vediamo nella follia della guerra, dove si torna a crocifiggere Cristo.
Sì, Cristo è ancora una volta inchiodato alla croce nelle madri che piangono la morte ingiusta dei mariti e dei figli. È crocifisso nei profughi che fuggono dalle bombe con i bambini in braccio. È crocifisso negli anziani lasciati soli a morire, nei giovani privati di futuro, nei soldati mandati a uccidere i loro fratelli. Cristo è crocifisso lì, oggi".
Sono queste le parole del papa che da domenica scorsa accompagnano gli avvenimenti e la storia di questi giorni. Mercoledì, all'udienza generale ha inoltre aggiunto:
(...) “è sempre attuale un grande racconto di Dostoevskij, la cosiddetta Leggenda del Grande Inquisitore. Si narra di Gesù che, dopo vari secoli, torna sulla Terra. Subito è accolto dalla folla festante, che lo riconosce e lo acclama. “Ah, sei tornato! Vieni, vieni con noi!”. Ma poi viene arrestato dall’Inquisitore, che rappresenta la logica mondana. Questi lo interroga e lo critica ferocemente. Il motivo finale del rimprovero è che Cristo, pur potendo, non ha mai voluto diventare Cesare, il più grande re di questo mondo, preferendo lasciare libero l’uomo anziché soggiogarlo e risolverne i problemi con la forza. Avrebbe potuto stabilire la pace nel mondo, piegando il cuore libero ma precario dell’uomo in forza di un potere superiore, ma non ha voluto: ha rispettato la nostra libertà. «Tu – dice l’Inquisitore a Gesù, accettando il mondo e la porpora dei Cesari, avresti fondato il regno universale e dato la pace universale». «Se c’è qualcuno che ha meritato più di tutti il nostro rogo, sei proprio Tu».
Ecco l’inganno che si ripete nella storia, la tentazione di una pace falsa, basata sul potere, che poi conduce all’odio e al tradimento di Dio e a tanta amarezza nell’anima. Alla fine, l’Inquisitore vorrebbe che Gesù gli dicesse qualche cosa, magari anche qualche cosa di amaro, di terribile. Ma Cristo reagisce con un gesto dolce e concreto: gli si avvicina in silenzio, e lo bacia dolcemente sulle vecchie labbra esangui. La pace di Gesù non sovrasta gli altri, non è mai una pace armata: mai! Le armi del Vangelo sono la preghiera, la tenerezza, il perdono e l’amore gratuito al prossimo, l’amore a ogni prossimo. È così che si porta la pace di Dio nel mondo. Ecco perché l’aggressione armata di questi giorni, come ogni guerra, rappresenta un oltraggio a Dio, un tradimento blasfemo del Signore della Pasqua, un preferire al suo volto mite quello del falso dio di questo mondo.

Nessun commento:

Posta un commento