mercoledì 6 aprile 2022

Rimanete fedeli alla mia parola

Daniele 3,14-20.91-92.95 e Giovanni 8,31-42

Parole estremamente taglienti, che puntano il dito su un dato inequivocabile: "cercate di uccidermi". Dopo l'esperienza iniziale della Galilea, dove Gesù ha riscontrato la popolarità, a breve nel confronto con l'autorità religiosa, Gesù patisce il dolore immenso del rifiuto e dell’indifferenza di chi non vuole accettarlo come Figlio del Padre, mentre il suo solo desiderio era di donarci suo Padre e quindi la vita e l’amore eterni.
Tutto il dialogo di oggi, anche se in una chiave che evidenzia un difficile rapporto tra la comunità dei discepoli di Giovanni e l'ortodossia della comunità giudaica - sviluppatosi anche nei decenni successivi -, pone in evidenza come la fedeltà alla Parola determina la differenza nel discernere la verità circa l'identità e la missione di Gesù.
Rimanere fedeli alla sua parola; rimanere nella relazione figliale che Gesù ci assicura, garantisce la nostra libertà. Rimanere in Cristo significa garantire il rapporto privilegiato con la sua parola: affidarsi ad essa con amore fiducioso ed aperto. Così come ha fatto Abramo che tutto ha lasciato fidandosi della promessa del Padre. È in questo abbandono, ovvero in questo rimanere, che risiede la vera fede.

Nessun commento:

Posta un commento