domenica 23 aprile 2017

Atti 2,42-47 / Salmo 117 / 1 Pietro 1,3-9 / Giovanni 20,19-31
Domenica della "Divina Misericordia"
"... a coloro a cui rimetterete i peccati ..."


La conclusione del capitolo 20 del Vangelo di Giovanni si preoccupa di dire che i "segni" compiuti da Gesù sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. La preoccupazione dell'evangelista non è legata alla autenticità riconosciuta allo scritto, quanto alla fede e alla vita che deriva dal Signore Gesù. Quel gruppo di discepoli, quelle donne, sono eredi sia di una verità storica, ma soprattutto di un progetto, o meglio una missione. Le apparizioni del risorto, a quel gruppo non mirano a manifestare semplicemente la gloria del risorto, ma tutto il senso di ciò che accade dopo la risurrezione. Noi, anche oggi non siamo semplicemente discepoli di un maestro, né seguaci di una qualche forma religiosa. Noi oggi siamo parte di ciò che accade dopo la risurrezione del Signore. Tutti e tutto, infatti, è compreso all'interno della risurrezione.
A quel gruppo di amici, che non si è disperso, ma che nella paura della persecuzione è rimasto fedele, ebbene quel gruppo, con tutta la sua pochezza, e tutte le personali fragilità - traditori e fuggiaschi - il Signore, il risorto affida non semplicemente un progetto, un obiettivo, ma il proseguire nel cammino della salvezza.
Il cammino della salvezza iniziato nell'amore di Dio padre per Adamo, pur segnato dalla fragilità umana e dai patti di fedeltà tra Dio e Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosé, Davide ecc... Quel cammino di vera umanità viene proposto ai suoi discepoli: "Detto questo, soffiò e disse loro: Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati".
A coloro che hanno fatto esperienza di perdono e di amore - di amore gratuito e donato - Gesù chiede di agire il perdono e l'amore, allo stesso modo in cui loro lo hanno sperimentato e vissuto. La forza di perdonare e di amare non è la forza di volontà e neppure quella dei sentimenti. La forza, e la sorgete di tale perdono è Gesù stesso, il suo soffio o alito di vita. L'alito del risorto, soffio di vita, Spirito di Dio, Spirito dell'amore ...è lo Spirito Santo. A noi, ora è chiesta una comprensione più matura di ciò che è accaduto, infatti, così come l'ultimo segno di Gesù è il consegnarsi agli uomini come pane e come corpo crocifisso, ora il risorto da quella consegna, ancora una volta si riconsegna ai suoi amici ... si riconsegna come Spirito Santo.

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