domenica 16 aprile 2017

Matteo 28,1-10
Messa della notte della Pasqua di Risurrezione

Ad un certo punto, dopo non pochissimo tempo, la Chiesa ha inventato il triduo Pasquale ... Siamo circa alla fine del terzo e inizio del quarto secolo, e i cristiani sentono il bisogno di vivere la Pasqua, ormai un rito perenne, entrando dentro la passione, rivivendo i momenti della vita, morte e risurrezione di Gesù.
Vivere interamente il triduo è stata quindi una opportunità per attualizzare nelle parole e nei gesti ciò che nella fede affermiamo del Signore.
Dice Isaia: "Guarderanno a colui che hanno trafitto" ... guardiamo a Gesù crocifisso, al suo corpo, alla sua carne appesa alla croce, essa è lo stesso Dio amore che risorge e dona a noi la vita eterna: amore mai da appagare ma sempre donato gratuitamente e per sempre generato. "Guardiamo a colui che è amore che si dona a noi per sempre ...."
Il Cristo è l'amore che non è da appagare, ma che sempre mi è dato per fare di me stesso possibilità di amore. Questo misterioso scambio tra Gesù e noi genera la nostra felicità.
Gesù oggi ci dice: "guardami, mi hanno bloccato sulla croce; le mie mani non possono più accarezzare, non possono più benedire, non possono più guarire,  e i miei piedi non possono più portarmi da te ... Allora dall'alto della croce, con il mio cuore aperto posso innondare tutto il mondo con il mio amore. Contemplami, così crocifisso, e fa come me, non usare mani e piedi, ma solo il tuo cuore.
Passato il sabato, due donne Maria di Magdala e Maria madre di Giacomo, all'albeggiare, si incamminano verso il sepolcro. Siamo fuori dalla città di Gerusalemme, tutto è ancora avvolto nella penombra, loro stesse con un nodo alla gola e con il cuore traboccante di un giazzebuglio di sentimenti, con passo affrettato sia vicinato al luogo in cui Giuseppe di Arimatea aveva depisto il corpo del Signore ... Ma ora, quel luogo è testimone di un evento che è un forte rumore, scuotimento e luce come di folgore. Da uno spazio grande quanto un corpo si dispiega un evento mai raccontato prima: "Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete".
Il 7 aprile dell'anno 30, era venerdì, prima del tramonto, il corpo di Gesù fu deposto nel sepolcro. Ma  prima dello spuntare del giorno 9 aprile, quello stesso corpo è vivo, è risorto ...
Noi abbiamo bisogno di collocare la risurrezione nella verità della storia, perché è la nostra storia quella in cui ha dimorato quell'uomo Gesù, che disse di essere il Figlio di Dio, e per quelle parole patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì, fu sepolto e il terzo giorno risorse dai morti.
Ma forse, a noi suoi discepoli, non ci basta una verità storica e la certezza che ciò che i vangeli raccontano non sono invenzione ... In realtà noi abbiamo bisogno di Gesù! Ne abbiamo bisogno per imparare a vincere le nostre durezze, le nostre incapacità di amare; ne abbiamo bisogno per risorgere in una vita nuova già oggi, in questi tempi apparentemente mortiferi e pieni di assurde contraddizioni, ingiustizie e aberrazioni.
E allora ci manca solo di entrare nella risurrezione e fare come Maria di Magdala e Maria di Giacomo: quando Gesù, con le sue parole trasforma il guazzebuglio in gioia e stupore ... esse gli si stringono ai piedi per adorarlo ... Quei piedi che Maria di Magdala aveva già lavato, baciato e profumato ... 
Gesù ci dice di essere nella gioia, lui è vivo e ci invita a tornare sempre in Galilea, cioè dove lo abbiamo incontrato nella nostra vita e dove è iniziata la nostra storia con lui. Per entrare nella risurrezione, deponiamo la ragione e impariamo ad usare il cuore.

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