Isaia 40,1-11 / Salmo 84 / 2 Pietro 3,8-14 / Marco 1,1-8
"Mettiti in cammino ..."
Seconda Domenica di avvento, ci concentriamo sul Vangelo, sulla conversione che rappresenta l'indicazione precisa e senza mezzi termini per raggiungere il "giardino di Dio". (leggi la storia allegata nel commento)
Giovanni Battista chiedeva un’immersione in segno di morte al passato …"di conversione", cioè cambiamento di vita, affinché i peccati fossero perdonati.
Il cambiamento di condotta di vita ottiene il condono di tutte le colpe, quindi è un atto esteriore per indicare un profondo cambiamento interiore.
È questa proposta che continuamente, nella nostra vita, rappresenta ciò che ci fa nuovi e non ci lascia radicare nel nostro peccato, nel nostro uomo vecchio.
Convertirsi significa avere il coraggio di mettersi in cammino, dopo essersi svegliati, occorre mettersi in cammino. Occorre uscire da noi stessi e andare da Giovanni a dirgli che noi vogliamo essere immersi nel Giordano, vogliamo chiedere il perdono dei mostri peccati, perché la conversione passa da questo riconoscimento.
I peccati sono quelli che facciamo in famiglia, e che spesso non riusciamo nemmeno a riconoscere: sono i mostri egoismo, sono le nostre durezze, sono le parole che feriscono, sono muri che alziamo gli uni verso gli altri, le polemiche sterili, le pigrizie e i menefreghismi ... Sono la 'infedeltà verso Dio e la Chiesa; sono l'aridità della vita Cristiana e l'avere relegato nel dimenticatoio gli impegni battesimali e della cresima. Sono l'esaltazione delle sensualità quando è assunta come criterio delle nostre soddisfazioni, per nutrire l'appetito dei sensi senza educarci all'amore pieno che è passione e carità insieme.
Giovanni ci immergerebbe nell'acqua del Giordano ma poi ci direbbe: figliolo, ma tu sei già stato immerso nel sangue di colui che è più forte di me, tu sei già nella possibilità di camminare nella novità di Cristo! Cosa aspetti? La mappa per trovare la strada del giardino ti è già stata data ...
Allora non resta altro che mettersi in cammino, attraversando il deserto della aridità della vita per poter giungere in quelle oasi di pace e di gioia dove dissetarci del dono che Gesù fa di sé: una di queste oasi si chiama "Domenica"! Ma è proprio in questa oasi dello Spirito che riprendo forza e il mio piccolo cuore di uomo si infiamma del fuoco di amore che è Gesù: "lui ci immergerà nello Spirito Santo e nel fuoco".
Il “Giardino di Dio” era circondato da una grande e tenebrosa foresta. Molti uomini erano partiti per cercarlo, ma dopo diversi tentativi tanti erano tornati indietro, impauriti dagli spettri che abitavano la foresta oscura. Enrico, pur essendo solo un ragazzo, aveva una grande forza d’animo: decise di partire. All’inizio era bello camminare, nel sole e fra le verdi colline... ma ben presto la strada sprofondò in una palude melmosa, tra alberi contorti e una nebbia fitta che avvolgeva ogni cosa. Aveva deciso di aspettare l’alba... ma ecco che nell’oscurità e nel silenzio, vide una piccola lucina, era una piccola lanterna appesa alla porta di una capanna. Il ragazzo bussò e un uomo anziano con una folta barba bianca aprì la porta. «Ho paura di essermi smarrito» disse Enrico. «È molto facile da queste parti». Il vecchio lo osservava con occhi buoni e con voce pacata gli domandò: «Dove sei diretto?» «Al giardino di Dio... ma comincio a pensare che sia impossibile arrivarci». «No. È sufficiente conoscere la via» disse il vecchio. «E tu la conosci?» chiese Enrico. «Certo e sono qui per indicartela. Ascolta figliolo: gli uomini molto tempo fa compresero che arrivare a Dio era la cosa più importante della vita. Ma era difficile arrivare a Dio. Non si persero di coraggio e alcuni scoprirono una pista. Avevano trovato degli indizi, certe pietre particolari e degli alberi speciali. Pensavano di aver trovato il giardino di Dio e si accontentarono. Cominciarono a celebrare delle feste in quei luoghi, ma la strada per arrivare a Dio era ancora lunga». «Altri uomini aprirono piste nella parte più intricata della foresta e credettero di essere molto vicino al giardino di Dio. Ne erano talmente sicuri da difendere questa loro verità anche con le armi. Altri infine rinunciarono al viaggio e si misero a proclamare che il giardino di Dio non esisteva, era una favoletta per tenere buoni i bambini.
RispondiEliminaMa qualcuno come te continua a mettersi in cammino e a cercare...» Enrico lo interruppe: «Nessuno è mai riuscito ad arrivare al Giardino di Dio?» «Vedi» disse il vecchio «successe una cosa meravigliosa. Dio aveva fatto il Giardino per gli uomini e questi non arrivavano. Allora un giorno mandò suo Figlio. Il Figlio di Dio venne nel mondo con una piccola lampada dalla luce esile che indicasse la strada del giardino. Molti accecati dalla loro verità e dalla superbia, non la videro neppure. Eppure la luce di Dio brillò sulla terra, in una notte splendida. Alcuni cercatori di Dio la videro e la seguirono... e trovarono il Giardino di Dio vicino a una povera grotta. Da allora quella lampada brilla attraverso la piccola luce di tanti testimoni che indicano al mondo la strada del Giardino di Dio...».