martedì 5 febbraio 2019

Ebrei 12,1-4 e Marco 5,21-43
Teniamo fisso lo sguardo su Gesù!

Abituati a riassumere la nostra esperienza del credere nel cosiddetto "Atto di Fede", abbiamo rinchiuso la nostra Fede negli insegnamenti del catechismo, trascurando invece che la "dottrina" deve essere a servizio della Fede, per descriverla a sostenerla ma non per tradurla. Non si traduce la Fede in gesti e atti formali; significherebbe spegnerla, sarebbe generare una forma di ateismo.
Ebrei, ci dona la testimonianza della vita di uomini e donne che hanno fatto della loro vita lo spazio esistenziale della Fede.
Fede, vita, esistere, tutto esprime nell'insieme il partecipare alla manifestazione di Dio; fare posto, accanto e in sé stessi alla rivelazione del mistero divino della vita eterna. Lo stesso vivere quotidiano narrato nel Vangelo di Marco, oltre agli eventi miracolosi, propone il generarsi della Fede; la proposta di Fede che la persona di Gesù, nel suo venire e accostarsi alla vita di ciascuno, vuole rappresentare! Sono le esperienze del vivere quotidiano che interpellano la Fede nel Signore: le relazioni; il lavoro; gli affetti; l'onestà; la coerenza; la malattia; la benevolenza; l'odio; la sofferenza ecc...
Alla donna malata che tocca segretamente il mantello di Gesù, il Signore le dice: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male".
A Giàiro, ormai messo alle strette dalla morte della figlioletta, Gesù chiede: "Non temere, soltanto abbi fede!"
Non abbiamo bisogno di ripetere ogni giorno delle formule di fede "garantistiche"; ma occorre che i nostri giorni li possiamo convertire alla Sua presenza. È Gesù che rende la nostra vita spazio esistenziale della Fede, non siamo noi "credendo" che "facciamo" questo! Gesù ha preceduto la donna emoreissa, ed ha rappresentato in anticipo ogni sua speranza è attesa; ha camminato davanti a lei per farsi da lei raggiungere e toccare. Gesù ha preceduto Giàiro, anzi lo ha raggiunto nel suo passare da una sponda all'altra del lago di Tiberiade, si è lasciato coinvolgere, e ha così toccato la vita di quella famiglia "prendendoli per mano".
Quando la nostra vita tocca Gesù e quando la vita lo riconosce nel suo precederci, allora noi esistiamo in Lui, ed esistiamo nella Fede in Lui.

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