martedì 19 febbraio 2019

Genesi 6,5-8; 7,1-5.10 e Marco 8,14-21
Il Signore si pentì di aver fatto l'uomo ...

Il brano del libro della Genesi che leggiamo oggi, non rende per nulla ragione della Narrazione Biblica e ci priva del legame antichissimo di queste pagine con la storia umana pre-diluviava. Si tratta infatti di un taglia e cuci liturgico per passare dal male che abita il cuore dell'uomo al castigo per il male. Ma in realtà questi capitoli rappresentano e raccolgono nella narrazione delle genealogie, il loro legame con le cosmogonie mesopotamiche (i racconti mesopotamiche della creazione) e le mitologie legate ai vari personaggi che costellano la storia dell'umanità. Il libro della Genesi non è un "raccontino", una "storiella" sulla creazione, ma è il grande libro della "Storia" dell'uomo. La grande Storia, quella che a partire da Genesi 1,28 comprendiamo come benedizione di Dio per Adamo ed Eva. Tutto si sviluppa infatti nella fedeltà di Dio e nella vocazione dell'uomo a questa benedizione. Ma tutto viene anche deformato, anche la stessa benedizione viene trasformata in una sorta di maledizione che coinvolge la creazione e il vissuto di ogni uomo ... Apice di questa deformazione, è questa espressione di desolazione del cuore di Dio: "Il Signore si pentì di aver fatto l'uomo ...". Questa espressione (antropomorfa) che rivela un Dio tipicamente umanizzato nei sentimenti e nell'agire, dice che l'atto di distruzione dell'uomo, non deriva da una fredda e distaccata resa dei conti, ma già preannuncia una nuova grazia in Noè. Il diluvio come elemento di giudizio sulla storia dell'uomo è il riversarsi delle "cataratte del cielo sulla terra", siamo di fronte a un nuovo evento cosmologico e generativo insieme: una nuova creazione alla pari di quella originaria dal caos primordiale e dalle acque.
La lettura di questi testi, non può procedere con facili interpretazioni o intuizioni spirituali. Sono testi che chiedono l'esercizio della contemplazione del mistero di Dio, di quello dell'uomo, e della storia come grazia ... La durezza del nostro cuore, i dogmatismi, l'ignoranza circa le conoscenze storiche ... vizia il nostro rapporto con la Parola di Dio. Ecco che la Parola non è semplice moralismo, ma pulsa di tutta la sua enormità: è evento, celebrazione dell'opera di Dio e del suo amore "irragionevole" per l'uomo. Bene dice Gesù ai suoi discepoli: "Non comprendete ancora?"

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