lunedì 11 febbraio 2019

Genesi 1,1-19 e Marco 6,53-56
Creati salvati!

Iniziamo con oggi la lettura del libro della Genesi. È sempre affascinante immergerci nel "principio" che chi riconduce all'origine di ciò che esiste, e ci riconduce alla iniziativa di Dio creatore. L'espressione "ln Principio Dio creò", appare come una breccia in una eternità che a fatica comprendiamo, una eternità che rappresenta quasi il "mondo" esclusivi di Dio, il suo modo di esistere. Ma in quel "principio" la libera iniziativa di Dio diventa creazione. Il verbo creare ha sempre Dio per soggetto, e rappresenta di per sé un riflesso dell'idea che creare è opera esclusiva di Dio, è peculiarità della sua esistenza, non del suo fare delle cose. In questo possiamo percepisce la creazione come spazio di esistenza santa e come salvezza. In questi primi versetti si crea ciò che esiste, e vi si mettere ordine. Tutto riconosce il proprio esistere attraverso  la "genealogia cosmica" che è quasi una litania che loda la bontà del creatore, "ed era cosa buona" ... "e fu sera e fu mattina" ... Ogni realtà creata riconosce il proprio esistere nell'agire stesso di Dio, nel fare di Dio, ma non l'uomo; per l'uomo sarà un'altra cosa.
Per l'uomo il rapporto non sarà mai attraverso il creare/fare di Dio, ma per l'uomo tutto è a partire dal creare/essere a immagine di Dio.
In questa peculiarità possiamo rileggere il Vangelo di oggi, dove il mistero di un "uomo" come Gesù rappresenta ancora una volta la memoria del creatore. Il contatto, il toccare Dio è allora fonte di vita, non solo di guarigione da un male fisico, ma è vita, esistenza, è esperienza di salvezza: "e quanti lo toccavano venivano salvati".

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