venerdì 15 febbraio 2019

Genesi 3,1-8 e Marco 7,31-37
Profonda nostalgia ...

Il fascino dei racconti della Genesi, risiede nella loro collocazione originaria rispetto alla vicenda dell'uomo, nel loro tentativo di essere risposta alle domande esistenziali; ma soprattutto perché questa narrazione non solo cerca di interpretare attraverso i "miti" la vicenda umana, ma perché attraverso queste immagini penetra sempre più profondamente l'esistenziale dell'uomo, entra sempre più in profondità nel suo conscio/inconscio, rivelando all'uomo sé stesso: la sua vulnerabilità, la sua umanità fragile e nello stesso tempo la sua relazione fondamentale ("Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l’uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino"), quella che lo costituisce, quella con Dio, con il Suo Creatore.
Ecco che il capitolo terzo, dischiude la tematica dell'origine del male, ma va oltre il male; non possiamo infatti limitarla alla trattazione della moralità. Il male apre la visione della novità del serpente e della nostalgia di essere insieme a Dio a passeggiare nella brezza del mattino.
Il serpente, è astuto, non è cattivo, l'astuzia infatti si relaziona alla capacità di comprendere e di scegliere di conseguenza. Il serpente è immagine, quasi controfigura, dell'umano, rappresenta il condensarsi della domanda di senso ("è il più astuto di tutti gli animali"); egli proviene dalla terra ("striscerà sul suolo") e si nutre della polvere del suolo ("la stessa polvere di cui proviene l'uomo"). Non c'è nulla di male nel serpente se non una conoscenza che conduce alla tentazione di essere assolutamente un idolo di Dio ("immagine e somiglianza"). La donna è l'uomo entrano in questa astuzia e ne sono affascinati al punto da dimenticare quella condizione che è relazione fondamentale: camminare con Dio nel giardino ... Cioè essere gli amici di Dio. Questa amicizia però resta nel profondo del cuore umano, al di là di ogni tentazione.

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