giovedì 21 febbraio 2019

Genesi 9,1-13 e Marco 8,27-33
Ricominciare ogni giorno ...

Leggiamo oggi come Dio creatore, dopo il diluvio, pone tutta la "Nuova Creazione" nella nuova promessa e nella benedizione a Noè e ai suoi figli. Non si tratta di una ripetizione di quanto detto nel primo capitolo della Genesi, ma possiamo rilevare alcune variazioni ed approfondimenti di contenuto. Tutto assume il tono di un patto unilaterale di Dio nei confronto dell'uomo, della nuova umanità. Un patto il cui segno è l'arcobaleno. Un segno naturale per ricordate a Dio il suo patto, non all'uomo. Saranno altri i segni per ricordare all'uomo la fedeltà al patto con Dio (la circoncisione, il sabato). L'arcobaleno è un fenomeno fisico legato alla creazione che esplicita non semplicemente una Legge, un obbligo, ma che realizza una parola, come dire: ciò che Dio dice è la sua volontà che riversandosi nell'atto della nuova creazione, la genera nella fedeltà alla parola stessa, ed ecco che la nuova creazione dice: "... io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, (...) non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra."
Da queste parole si genera la vita nuova e la sua sacralità: "Del sangue vostro, ossia della vostra vita, io domanderò conto"; in particolare per quanto riguarda la vita dell'uomo che rappresenta l'immagine di Dio, anche la sua stessa vita: "... e domanderò conto della vita dell’uomo all’uomo, a ognuno di suo fratello. Chi sparge il sangue dell’uomo, dall’uomo il suo sangue sarà sparso, perché a immagine di Dio è stato fatto l’uomo". In ultimo il patto esplicita la fecondità, ovvero la molteplicità della creazione:"E voi, siate fecondi e moltiplicatevi, siate numerosi sulla terra e dominatela". La molteplicità e fecondità sono la base per la fratellanza universale e della relazionalità umana fondata sulla comunione originaria.

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