lunedì 25 febbraio 2019

Siracide 1,1-10 e Marco 9,14-29
La sapienza in Israele ...

Non è facile definire cosa sia la Sapienza; il libro del Siracide che oggi iniziamo ad ascoltare  - perché di ascolto abbiamo bisogno -, ci conduce rapidissimamente a considerare la Sapienza come l'esperienza stessa di Dio creatore che pone la sua presenza e potenza (gloriosa presenza, Kabod e Shekinà) in tutto ciò che ha creato, svelando e manifestando attraverso la realtà una intelligenza divina, universale.
La Sapienza è percezione di Dio! La Sapienza è il mistero di Dio che viene rivelato, condiviso, conosciuto. Ecco che la "Sapienza" si manifesta come intelligenza delle cose create, per cui non esiste una casualità fortuita, un accadere senza motivo, un esserci senza volontà.
Lo sguardo umano, il vedere e contemplare come creatura è riconoscere questa bellezza originaria, questa fonte di intelletto e verità. Lo stupore e la meraviglia ci partecipano alla rivelazione della sapienza di Dio. Il sapore della verità delle cose di Dio, si percepisce nell'amore che riconosciamo come rivelazione dell'atto creaturale stesso di Dio, del quale oltretutto siamo parte.
Ciò che svela, e permette all'uomo di gustare e decifrare la sapienza come esperienza è la fede. Il Vangelo di oggi dilata l'esorcismo e, a partire dalla liberazione dal male mostra l'orizzonte della fede come condizione del riconoscimento del mistero di Dio (Sapienza) che attraverso Gesù si vuole condividere, si offre e partecipa alla nostra realtà e condizione umana, dandovi la luce che deriva dalla preghiera: Ed egli disse loro: "Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera".

Nessun commento:

Posta un commento