sabato 16 febbraio 2019

Genesi 3,9-24 e Marco 8,1-10
La maledizione non riguarda l'uomo ...

"Dove sei?" Alla voce di Dio che cerca l'uomo, corrisponde la paura irrazionale. L'uomo sopraffatto dal desiderio di mangiare, si nasconde agli occhi di Dio e sperimenta tutta la sua vulnerabilità (fragilità), che nell'essere nudo si percepisce sia nei confronti della donna che del creatore. Diffidare, difendersi è la condizione nuova che il principio di conoscenza (del bene e del male) genera nell'uomo e nella donna; da questo momento l'umanità impara la paura, e sperimenta la condizione di chi si sente minacciato. Saziarsi di conoscenza, non sazia il cuore dell'uomo ma dischiude in esso una lotta continua, la contrapposizione interiore tra bene e male, tra Dio e il Serpente ... E l'uomo si riconosce confuso e nella paura di sé stesso, della sua solitudine esistenziale.
La conseguenza di tutto questo è la parola "maledetto" il serpente perché ha fatto questo ...,  e maledetto il suolo per causa tua (dell'uomo) ...
Non è maledetto il serpente o sé stesso, e neppure l'uomo in sé stesso, ma è maledetto ciò che si sperimenta ora che la relazione con il creatore è stata sottoposta alla tentazione. La maledizione è separazione; è frattura nella comunione che si consuma fino alla radice della creazione, fino all'albero della vita, che ci è precluso nell'esperienza del dover morire.
Questa immagine di Genesi dischiude, in quanto contiene il proto-vangelo: la speranza (buona notizia della risurrezione di Cristo) che quanto introdotto nella creazione possa essere redento. L'albero della vita è infatti ancora custodito nel giardino, e la via per raggiungerlo è difesa dai cherubini di Dio. Al "Dove sei" di Dio corrisponde il suo stesso farsi carico ulteriore della realtà, anche come realtà ferita e umiliata. Il creatore non abbandona l'uomo ma si dimostra ancora creatore nel coprire la nudità umana che viene rivestita con delle pelli. Dio vedendo l'uomo, vede la sua stessa immagine la sua stessa somiglianza: "Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi quanto alla conoscenza del bene e del male".

Nessun commento:

Posta un commento